Concluso il racconto sull’omicidio di Luigi Lanzillotta, il pentito coriglianese, Giovanni Cimino, riferisce al pm, Giancarlo Bianchi, di un altro fatto cruento della lotta per il potere mafioso nella Sibaritide: il tentato omicidio del cassanese Federico Faillace. Siamo nel maggio del 1992 nelle campagne tra Terranova da Sibari e Tarsia. Cimino riceve l’incarico da parte del boss, Santo Carelli, di uccidere Faillace, in quanto questi, così come Gaspare Filocamo e Luigi Lanzillotta erano uomini rimasti fedeli al boss Peppe Cirillo. Ma, come sentiremo dal racconto di “duduella”, la missione di morte fallisce.
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