Il 13 maggio p.v. si terrà nella sala polivalente dell’Istituto Penitenziario di Rossano, un concerto dibattito da parte del noto cantautore Beppe Voltarelli aperto a studenti, società civile e istituzioni locali che servirà da stimolo e presentazione del più ampio progetto “Note di Libertà”, presentato dall’istituto musicale “Donizetti” di Mirto

con cui si intende realizzare un corso di lezioni musicali per fisarmonica e organetto e un corso di chitarra indirizzato alla popolazione detenuta del circuito A.S. e a titolo completamente gratuito.

Al concerto, hanno già dato la loro entusiastica adesione il liceo Classico S. Nilo di Rossano, l’istituto tecnico per Geometri “Falcone-Borsellino” di Corigliano e l’ITIS Majorana di Rossano, il liceo scientifico di Cariati, che saranno presenti con gli studenti e i rispettivi Dirigenti Scolastici Prof. Grande e Prof. Spataro, oltre alle varie Associazioni locale tanto che è prevista la partecipazione di circa 350 persone oltre ad una cospicua rappresentanza di  detenuti.

Il progetto “ Note di Libertà “, il cui logo nasce da un’idea di Milena Crupi, nota pittrice rossanese che ne ha fatto dono, in collaborazione con l’Istituto Donizetti e il suo direttore artistico Dott. Giuseppe Greco, prevede un  percorso musicale, da svolgersi settimanalmente o bisettimanalmente, per un periodo di almeno 9 mesi, il cui scopo è basato sull’ideale del recupero sociale del ristretto tramite la valorizzazione della propria personalità, nell’ambito delle varie manifestazioni artistiche da realizzare, tra le quali spicca la musica in ogni suo aspetto. La musica non è attività da apprendersi passivamente mediante una pura trasmissione di regole ed informazioni rigide ma esige la partecipazione attiva dell’individuo; bisogna considerare che tale pratica è spesso totalizzante poiché implica corporeità, affettività ed intelletto, filtrate dal patrimonio di esperienze passate. Fra tutte le esperienze della crescita dell’individuo quella uditiva è sicuramente una delle più importanti per la strutturazione dell’intelligenza e della personalità.

Dichiarazione del Direttore Giuseppe Carrà

Generalmente si pensa che la riabilitazione del detenuto, il suo inserimento sociale sia effettivo solo quando gli si dia la possibilità di un lavoro. Tuttavia l’uomo è tale non perché sia atto solo a “produrre”, ma perché possa essere l’espressione di una globalità di umanità e dignità e, in carcere, il detenuto avverte la sua esistenza in quanto “matricola”. Se l’utente carcerario è aiutato in un percorso di crescita, può modificare quei vissuti negativi che lo hanno portato al reato e recuperare sia la sua umanità sia la sua dignità in quanto persona. Il detenuto è l’uomo che deve, innanzi tutto, riscoprire se stesso con tutte le emozioni, i vissuti e riscoprire l’altro con cui poter interagire. Quindi all’azione pedagogica, educativa, rieducativa si devono unire anche quelle attività che abbiano come obiettivi la relazione, la socializzazione e la progettualità.

Con queste riflessioni, ho ritenuto importante lanciare una nuova sfida: coinvolgere un cantautore che con le sue canzoni, intrise di ironia e sarcasmo, faccia conoscere vizi e virtù della Calabria, parli delle nostre radici, quasi come un italiano in terra straniera, che riesce a portare l’ascoltatore nelle tradizioni calabresi o, con spirito sarcastico e rabbioso, in storie coinvolgenti. Pensiamo alla canzone “Scendo” e soprattutto alla frase  “…La gente non mi sente e non mi vede, faccio cose così ancora per illudermi…”  che sembra veramente il manifesto di chi vive una realtà in continua distorsione o una perenne illusione con una vita dedicata ai “vorrei e “potrei”, come può essere quella del detenuto, ma anche di chiunque di noi che rimanga prigioniero dei propri errori, in una sorta di marchingegno definitivo.

Ma pensiamo anche a ” Turismo in quantità ” o alla ironica “Amici degli amici “ entrambe canzoni dove si ritrova una condizione estremamente conosciuta a chi ama e vive soprattutto il Sud ma anche di un modo di essere del Sud che deve essere superato e sconfitto per colmare il “buco nero” dei problemi emersi.

Una delle finalità di chi propone un percorso didattico e/o terapeutico in ambito musicale, è fare in modo che la musica non si fermi soltanto all’orecchio e alla logica dell’individuo, ma che gli giunga anche alla mente e al cuore; soltanto se capace di evocare questa esperienza totalizzante, il suono può divenire situazione viva e profonda ed itinerario di ricerca di sé e della realtà umana.

L’esperienza che si sviluppa su un percorso con il sostegno della musica è la scoperta di un universo emotivo personale, in molti casi sconosciuto, e l’esperienza catartica dell’utilizzo dei suoni che può essere così sintetizzato:  il suono è dentro ed intorno all’uomo sempre!

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