Autorizzare l’abbanco dei rifiuti in discarica senza trattamento costerà milioni di euro.
Restiamo sbigottiti di fronte al provvedimento d’emergenza del Governatore Scopelliti per fronteggiare l’emergenza rifiuti estivi. Per anni abbiamo combattuto con commissari sordi e scellerati, che in barba ad ogni norma di tutela sanitaria ed ambientale hanno trasformato numerosi territori in pattumiere, danneggiando la salute e l’economia delle comunità.

Questo è successo a Bucita, per esempio, dove una delle due discariche e sotto sequestro per disastro ambientale causato proprio da ripetuti abbancamenti fuori norma e dove l’impianto di trattamento ha ormai contaminato numerosi ettari di terreno, con grave danno per l’agricoltura ed il turismo.
Pensavamo che l’epoca dei commissari sordi che agivano in deroga ad ogni norma fosse terminata, ed invece l’ultimo provvedimento di Scopelliti, in qualità di Presidente della Regione, dimostra il contrario.
Autorizzare l’abbancamento dei rifiuti in discarica senza alcun trattamento significa prima di tutto condonare silenziosamente le colpevoli, indecenti mancanze degli impianti di trattamento che noi denunciamo da mesi, a partire proprio da quello di Bucita.
Un provvedimento ambientalmente e sanitariamente ingiustificabile che riporta la Calabria ai tempi del dopo guerra, con una differenza: oggi la produzione di rifiuti è molto maggiore e ben più tossica.
Un provvedimento che costerà direttaemente ai calabresi milioni di euro, in primis per le sanzioni salatissime che arriveranno puntuali dalla Comunità Europea, sanzioni per cui riteniamo il Governatore l’unico responsabile. Inoltre abbancare i rifiuti direttamente in discarica significa contaminare ancora più territori, con il risultato che saranno necessarie nuove costosissime bonifiche: se saranno effettuate saranno pagate coi soldi pubblici, se non saranno effettuate pagheranno comunque i cittadini con la salute, l’inquinamento delle falde acquifere, la distruzione dell’immagine turistica ed agricola della Calabria. Costi inestimabili, in una regione che già ha una fortissima richiesta di bonifiche dei territori ed in virtù di un piano delle bonifiche inesistente, che si basa sui rilievi di dieci anni fa, che non tiene conto quindi di dieci anni di attività degli impianti di trattamento, di evoluzione dei luoghi contaminati, di ritrovamenti importanti di siti inquinati da smaltimento illegale.
Con i soldi spesi in questo modo ed in nuove inutili discariche, si sarebbe potuto realizzare un ciclo dei rifiuti basato sulla differenziata, il riciclo ed il riutilizzo e si sarebbero potute bonificare le contrade che per anni hanno ospitato i disastrosi impianti pubblici, gestiti da privati, del sistema Calabria Sud, a partire proprio da Bucita.

Comitato in difesa di Bucita e del Territorio