Dopo l’Orso d’oro a Berlino il film “ Cesare deve morire” de I Fratelli Taviani arriva oggi a Rossano e dà il via a un seminario di studi ideato e realizzato dal Dott. Giuseppe Carrà, Direttore della Casa di Reclusione di Rossano, e dalla Prof.ssa Maria Gabriela Chiodo, Dirigente Scolastico IIS ITAS-ITC Rossano.
Il film narra la messa in scena del Giulio Cesare di William Shakespeare da parte dei detenuti di Rebibbia diretti dal regista teatrale Fabio Cavalli. Ha vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino 2012, riconoscimento che mancava all’Italia dal 1991 quando il premio venne vinto da La casa del sorriso di Marco Ferreri.
Ha ricevuto otto candidature ai David di Donatello 2012, tra le quali quelle per miglior film e miglior regista e ne ha vinti 5, compresi i due citati. “Cesare deve morire” è stato girato nel carcere di Roma Rebibbia in quattro settimane entrando in ogni angolo del carcere eccetto quella dove sono isolati i collaboratori di giustizia, separati dagli altri detenuti.
La straordinarietà dell’evento è arricchita anche dalla partecipazione di Giovanna Taviani figlia di Vittorio, tanto che verrà proiettato anche “ Il Riscatto. Dall’inferno di Scampia all’Orso d’Oro di Berlino” docu-corto della regista e autrice, proiettato in esclusiva per l’IIS Itas-Itc Rossano e la Casa di Reclusione di Rossano quale particolare omaggio all’iniziativa.
Qui si racconterà la storia dell’ex detenuto Striano, protagonista di Cesare deve morire, camorrista in Gomorra e nella fiction Il clan dei camorristi (canale 5) e che adesso è un uomo nuovo, impegnato a fondo con il cinema e con il teatro, e in giro per il mondo a portare il suo nuovo messaggio di libertà a dimostrazione di come da una vita bruciata con la cultura si può cambiare la vita.
Alla proiezione e al dibattito, parteciperanno numerosi detenuti, di cui alcuni ergastolani, e circa 130 studenti e docenti dell’Istituto scolastico della Dirigente Chiodo. La particolarità della manifestazione si coglie anche nel fatto che – per la prima volta – il Penitenziario entra nella società civile in quanto il Direttore è riuscito a coinvolgere imprenditori locali per sostenere le spese di trasporto, vitto e alloggio della regista.
Dichiarazione del Direttore Carrà
Attraversando cancelli e inferriate si arriverà davanti a un palcoscenico e, sono sicuro, che sarà una giornata indimenticabile, che rimarrà impressa indelebilmente nei ricordi di quanti parteciperanno perché avranno l’opportunità di entrare in un mondo pressocchè sconosciuto e costruito intorno a pregiudizi e tabù.
Ancora una volta, l’evento – un vero e proprio seminario di studi – sarà l’occasione per cercare un momento di verità nell’interiorità, nella intimità e nella quotidianità di detenuti.
Analizzare insieme ai giovani una memoria drammatica, un passato colpevole, il perché sono in carcere, il fatto che si sono macchiati di omicidi e colpe ma che sono e restano uomini che, però, devono guardare in faccia la realtà di ciò che erano e di quello che potranno essere.
Continuando una esistenza in celle che ti porta all’isolamento anche psichico se non hai una possibilità di ritrovare la dignità: e questa dignità può essere data dall’arte in tutte le sue forme che ti consente di cercare un altro “se stesso” altrove.
La catarsi che ti offre l’arte è la possibilità di cambiamento di vivere una nuova vita, di essere un uomo diverso da ciò che eri perché, sono convinto, certe cose possono capitare nel percorso della vita ma a un certo punto puoi – e devi – scegliere !! Quella scelta ti qualifica e ti segna, in un senso o nell’altro.
Durante il dibattito, cercheremo di fare sentire ai giovani, attraverso i detenuti e le loro storie di vita, la forza drammatica della perdita della libertà e l’impossibilità di coltivare i propri affetti: il peso dei rapporti umani e affettivi spezzati, quasi sempre, per sempre! Cercheremo di spiegare come sia facile cadere nelle trappole dei “predoni della legalità” che con la tecnica del c.d. watering hole si mimetizzano durante il percorso della vita per sbucare fuori da qualunque parte e colpirti all’improvviso quando ti avvicini all’obiettivo. Ecco: l’obiettivo è la legalità, da perseguire anche a costo di duri sacrifici o di apparire ingenui, perché questo renderà liberi, stando attenti a non cadere nelle trappole nascoste dai predoni!!