L’avviso di garanzia, emesso dalla Procura della Repubblica di Rossano,  diretto al Sindaco e  a qualche tecnico comunale per il presunto reato di disastro ambientale e di danneggiamento di acque pubbliche, arriva come l’ennesimo macigno caduto su questa Amministrazione e sui “partiti figuranti” che  da oltre ben due lunghi anni la sorreggono.

Una riflessione anche superficiale sull’esito delle indagini avrebbe dovuto consigliare al Sindaco un atteggiamento diverso dalle solite “piazzate”  tendenti all’incantesimo collettivo e, soprattutto, avrebbero dovuto indurlo una volta tanto, per la responsabilità a cui è chiamato,  a scusarsi con cittadini residenti, turisti e imprenditori del settore per  non aver tempestivamente affrontato il problema, poiché forse da altro distratto.
E’ grottesco quanto inutile il tentativo di sdrammatizzare  il danno causato dall’inquinamento marino all’immagine della città, con ricadute devastanti sulle attività produttive e commerciali non solo turistiche.
Così come a nulla serve arrampicarsi sugli specchi nel tentativo di convincere l’opinione pubblica che il nostro mare è pulito, salvo poi  scaricare in parte la responsabilità  del l’inquinamento su amministratori del passato,  sulla Provincia di Cosenza per presunte mancate autorizzazioni e su ditte gestori del canile comunale.
Non da chissà quanti “diversi anni fa”, seminando confusione nell’opinione pubblica, ma solo dal 2011 sono state avviate le indagini dell’Operazione Calipso sui controlli  dei depuratori della provincia di Cosenza, soprattutto su quelli che hanno come recettore finale il mare, riscontrando inequivocabilmente  attraverso le analisi effettuate dai tecnici,  un notevole superamento dei livelli previsti dalla legge in materia ambientale, sia dal punto di vista batteriologico che chimico-fisico nei terreni e nelle acque interne, che secondo il diritto internazionale comprendono anche la linea di bassa marea della costa.
E’ a dir poco allucinante l’affermazione del Sindaco, o di chi gli l’ha suggerito, riguardo alle contestazioni emerse, secondo il quale   “sono quasi tutte di natura burocratica”, smentendo di fatto  l’Autorità inquirente che ha disposto il sequestro preventivo degli impianti cittadini e notificato avvisi di garanzia sulla base dei risultati delle analisi biologiche e chimico-fisiche eseguiti dai tecnici di laboratorio.
Non è noto se la comunità scientifica internazionale abbia finora scoperto ed isolato il batterio del “Disguido di Natura Burocratica (DNB)”,  ma se a Rossano siamo stati i primi, qualcuno potrebbe anche sbatterci sulla pagina di copertina di qualche autorevole  “International Review of Cell and Molecular Biology” e riacquistare dignità.
Tornando alla cruda e triste realtà, nei terreni e nelle acque interne è stato invece rilevata un’alta concentrazione di DOC, BOD5 e di “ESCHERICHIA COLI”,  batterio quest’ultimo,  presente nel tratto intestinale dell’uomo e degli animali che viene espulso con le feci.  Nei corpi idrici segnala la presenza di condizioni di fecalizzazione ed  è il principale indicatore di contaminazione fecale, insieme agli enterococchi,  potenziale trasmettitore di malattie nell’uomo a causa dell’accidentale ingestione del liquido nel quale è presente.
 Come dire, siamo arrivati persino ad avere “un mare pieno di merda”,  una delle poche risorse utili all’economia locale e al benessere della collettività residente e non,  grazie all’inerzia di chi pretende ancora di governarci.
Eppure il Sindaco, da esperto analista, essendo in possesso   “dal 1988 di Diploma di Laurea di Tecnico di Laboratorio Analisi conseguito  presso il Presidio Ospedaliero di Rossano” ,  avrebbe dovuto  essere ben consapevole del rischio che hanno corso e corrono ancora i bagnanti, specialmente i bambini,  perdendo, forse distrattamente, l’ennesima occasione di dimostrare che al centro della sua attività politica c’è la gente e  la qualità della vita nella città che governa.
Anon_

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