Il Comitato del Torrente Cino è preoccupato  per la scarsa acqua già manifesta in alcuni pozzi con probabili ingenti danni negli agrumeti della zona Ogliastretti, Pirro Malena e lato destro del Cino( Piragineti). A suo tempo(marzo c.a.) il Comitato aveva espresso le preoccupazioni per la  magra dell’acqua che si sarebbe verificata nel periodo estivo.

   Ciò che aveva previsto si sta verificando( e siamo nel pieno periodo in cui le piante ancora e maggiormente hanno necessità di essere irrigate con acqua), per cui il Comitato è in allerta e quando prima si riunirà per intraprendere eventuali azioni a suo tempo comunicate al Consorzio di Bonifica ma altresì ai sindaci di Rossano e Corigliano, Prefetto, Presidenti della regione, della provincia e della  Coldiretti,  Procuratore della Repubblica del Tribunale di Rossano, anche se nessuno intervento è stato registrato nonostante l’informazione inviata.
Come si  regoleranno ora di fronte alla distruzione non solo dell’attuale produzione ma dell’apparato radicale delle piante?
La secca , come a suo tempo evidenziato, avrebbe portato danni incalcolabili alle famiglie, agli operai, agli operatori del settore che, annessi e connessi, vivono di agrumicoltura?
Nell’incontro svoltosi il 16 marzo tra  il Comitato pro Cino, e il Presidente del Consorzio di Bonifica di Trebisacce, quest’ultimo”…riteneva più che sufficiente le condizioni del Torrente Cino e quindi nessuna preoccupazione dovevano avere i proprietari in quanto nella stagione estiva non si sarebbe verificata la temuta magra dell’acqua nei pozzi…”
E ora come si giustificherà  il Responsabile del Consorzio di Bonifica nel verificare il fenomeno?
Come si giustificheranno anche le  Autorità alle quali era stato mandato un documento firmato dai proprietari   invitandole  a prendere le dovute misure di sicurezza obbligando il Consorzio e rimettere nell’alveo del Torrente Cino il flusso delle acque come sempre è stato nel passato?
Il Comitato si chiede come sia stato possibile permettere un tale atto osceno al Consorzio per alimentare una centrale idroelettrica rimasta inattiva per alcuni decenni appunto per il mancato flusso delle acque necessarie per mandarla avanti, non potendo, ovviamente, utilizzare le acque del Torrente Cino?
E l’Ente  Provinciale, gestore dei fiumi e torrenti della Provincia, non ha valutato i danni che avrebbe provocato il deflusso a monte, delle acque ,incanalate in tubazione e rimanendo all’asciutto il letto del Torrente Cino,eliminando,così, le infiltrazioni nel sottosuolo, infiltrazioni che da secoli alimentavano i pozzi?
Per il Comitato
Antonio Benvenuto
Corigliano cal. 31 agosto 2013