La storia italiana annovera personaggi di vario calibro: si va dai Cavour ai Mussolini, ai De Gasperi ed agli Andreotti, con punte che rispondono al nome di Pertini & co. POI UN BEL GIORNO ARRIVA UN TALE Monti Mario, da Milano, un Bocconiano di quelli tosti, uno che studia i massimi sistemi e che il Napoletano che siede al Quirinale, reputa il salvatore della Patria. Da viveur navigato studia la squadra di governo e la infarcisce di tre gentildonne: Fornero, Severino e Cancellieri.
Il peso fisico-professionale delle tre risulterà secondo solo ai loro patrimoni. Le nostre, infatti, hanno lavorato duramente, addirittura la Fornero ha inculcato alla figlia il senso del dovere al punto da imporle due lavori: uno privato ed uno pubblico-non si sa mai, con la crisi anche i figli dei prof Universitari tengono famiglia! Ma Fornero fa di più: aumenta l’età pensionabile al limite del fine vita, dimentica migliaia di esodati e poi piange, si confessa, recita tre pater ave e gloria, assolta da Monti Mario.
Severino Paola, riesce nel compito più arduo. Una missione che nemmeno i D’alema, dei tempi lucidi avrebbero osato pensare: prepara e fa approvare una legge in grado di fregare Silvio Berlusconi. Si proprio il signor ghe pens mi, il cui partito vota compatto e convinto quella legge che oggi vorrebbe disapplicare. Ma la Severino, ignorante in geografia, chiude i due terzi dei tribunali e delle circoscrizioni giudiziarie, sul presupposto che piccolo è brutto, Monstre è efficienza e rapidità in un sistema che fa acqua da tutte le parti. Non si hanno notizie di pianti, ma la scomparsa della Severino dalle scene politiche è emblematica.
La ciliegina sulla torta è da dulcis in fundo. Annamaria Cancellieri da Roma, veste da Pitran grandi taglie, ama l’amatriciana e la coda alla vaccinara, frequenta poco l’otorino e gli stabilimenti termali, ma rimane pur sempre un ex prefetto, non di ferro, viste le fattezze, effetto, forse, di una alimentazione poco accorta.
Cancellieri è pur sempre un termine che evoca il Tribunale, anche se la nostra predilige il singolare e così approva gli accorpamenti, taglia, cuce, si difende, dice che la riforma non è la sua come scusa in risposta anche alle osservazioni più chiare ed inconfutabili.
Così se Castrovillari- piccolo centro del Pollino, ancora non è in grado di ricevere il carico di un Tribunale come quello di Rossano e di un territorio che spazia da Bocchigliero a Rocca Imperiale, la colpa è di Birritteri(Dir. Gen. del Ministero); Se da Rossano per Castrovillari e ritorno non esistono mezzi pubblici, la colpa è delle imprese di autolinee; se gli ufficiali giudiziari da Rossano dovranno recarsi a Castrovillari, prendere gli atti, tornare a notificare a Cariati e ritornare a timbrare a Castrovillari, la Ministra pensa-oddio proprio lei- che una sana attività fisica tempra gli addetti ai lavori, molti dei quali in attesa del fine vita di cui sopra. Ma la nostra è campionessa di contraddizioni: Un giorno dichiara al Paese che i Tribunali in aree a forte intensità mafiosa non chiuderanno, poi riceve i rappresentanti dell’area urbana Rossano Corigliano e di fronte a due femminicidi(in pochi mesi) uno scioglimento di consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, il più grosso sequestro di beni in provincia di Cs, una nuova operazione per associazione mafiosa a Rossano, esita, borbotta, chiede che sia la politica ad indicarle la via della… redenzione(?)
E i 20 Sindaci fasciati col tricolore anche in pigiama per la continua mobilitazione? Le rappresentanze parlamentari? Gli utenti, le popolazioni?
Ha pensato il Ministro con quale gioia un abitante di Longobucco partirà dal centro silano per testimoniare in quel di Castrovillari? Ha capito che dalle nostre parti ancora la testimonianza è come i maccheroni alla pajata(rari quanto indigesti)
Con tutto il rispetto, Ministra si faccia consigliare meglio, non i maccheroni, ma i rimedi ad una legge illogica, ingiusta, assurda che cancella 150 anni di storia e mortifica un popolo civile che ha dato i natali a Santi e Papi, di sicuro in rivolta e pronti alla lotta dura, senza paura. Si rechi a Grottaferrata, troverà Nilo da Rossano, uno che convinceva imperatori e re. Chissà che non scappi il miracolo per la sua sinusite cronica.
Ci faccia un salto, anche serale e poi ne faccia uno anche ai Castelli, dato che c’è, la carne è debole ed una carbonara, come si dice, non si nega a nessuno. Poi studi il Caso Rossano e operi con lucidità, perché da Prefetto avrà pur capito che ogni regola ha le sue eccezioni. Auguri
Palma