Le condizioni di salute in cui la nostra Nazione riversa, in questi ultimi anni, sono alquanto pessime e deleterie.
La democrazia italiana, continuativamente e instancabilmente, patisce gli orrori e le ripugnanti violenze da parte di una classe dirigente oramai al tramonto e alla deriva.
La piena testimonianza, di questo avulso contesto, proviene da un governo di larghe intese nato, in illo tempore, con il precipuo intento di garantire unità e stabilità economico/sociale al paese.
Malgrado tutto, invece, ci ritroviamo a dover argomentare una stolida realtà tesa esclusivamente alla risoluzione di problematiche particolareggiate.
Ci riferiamo, a tal uopo, all’incresciosa vicenda, portata alla ribalta nazionale dai media, che ha investito il ministro di grazia e giustizia Anna Maria Cancellieri.
Ebbene, la questione trae origine da fantomatiche telefonate intercorse tra il ministro e gli organi giudiziari competenti con l’abile intento di voler convertire la pena detentiva di Giulia Ligresti in arresti domiciliari, tramutazione di seguito avvenuta.
Il ministro, sulla questione, ha chiarito la sua posizione alla Camera e al Senato rilasciando testuali dichiarazioni:”… la scarcerazione non è avvenuta a seguito di una mia pressione. Non ho mai sollecitato nei confronti di organi competenti la scarcerazione di Giulia Ligresti e non ho mai indotto altri ad agire in tal senso. La decisione della magistratura è stata indipendente…”.
Sicuramente, dietro questa vicenda, c’è del torbido perché in Italia casi simili e di tale entità sono ricorrenti sebbene non portati alla luce o alla ribalta.
Oggigiorno, purtroppo, i rappresentanti della politica e non, confondono e miscelano la gestione della cosa pubblica alla stregua di una mera faccenda di natura privatistica.
Il risultato di questo fallimento è da annoverarsi, non di certo alla democrazia in se e per se,largirerarametriigore in totorritorio sono stati umiliati, saccheggiatin distruttivo potere esecutivo.ato dai fanta politici iù ma a una classe dirigente che siede gli scranni del potere da più di trent’anni i quali, per ingordigia, hanno sancito la morte economica e sociale dell’Italia.
Stigmatizziamo, in conclusione, ogni tipologia di comportamentistica non confacente all’etica morale e politica. Il nostro auspicio è che le generazioni attuali e future possano ridare alla politica quel giusto ruolo sociale che merita teso, sicuramente, a garantire l’interesse generale su quello particolareggiato.
Giovane Italia Rossano