Antoniotti annuncia riconoscimento cittadinanza onoraria.
Rossano – Mons. Santo MARCIANÒ è stato un iride per questa Città e per questo territorio. Si è interessato di tutto, sentendo, insieme a noi sindaci e amministratori, il peso della responsabilità di governare questo territorio difficile.
È stato un buon Pastore che ha dato tutto, che nella sua semplicità ha saputo dialogare e far vedere il bello di Cristo e della Chiesa. Si è posto al fianco delle comunità che hanno voluto investire nel sociale. È sotto gli occhi di tutti l’imponente, impegnativa e meravigliosa eredità che MARCIANÒ lascia in mano al Suo successore.
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CERIMONIA SOLENNE COMMIATO ARCIVESCOVO MARCIANÒ
Saluti istituzionale del Sindaco di Rossano Giuseppe ANTONIOTTI
Domenica, 24 Novembre 2013 Ore 17.00 – Cattedrale dell’Achiropita
Eccellenza Reverendissima,
Reverendo e nobile clero di Rossano-Cariati,
Cari concittadini
In un momento così intriso di emozione e commozione, mi sia concesso di rivolgermi a lei caro padre Arcivescovo, con il tono familiare che si addice a due amici fraterni che hanno percorso un tratto della loro vita insieme, a servizio di questa terra di Calabria.
Allo stesso tempo, sento il gravoso impegno di porgerLe il saluto a nome di una grande Comunità che nel corso di questi lunghi ed intensi anni di pastorale ha imparato a conoscerla, ad amarla e soprattutto a considerarla un punto di riferimento cardine e imprescindibile.
Il distacco, anche traumatico, tra il vescovo ed il suo popolo non sarà di certo facile.
Caro Don Santo, è il momento dei saluti, ma non sarà sicuramente un addio.
Ci lega un affetto forte e sincero che difficilmente dimenticheremo, costruito, giorno dopo giorno, con il vasto e complesso territorio, con i rappresentanti istituzionali, ma, soprattutto, con ognuno dei singoli cittadini delle nostre comunità.
Chi ha avuto, direttamente o indirettamente, la possibilità di entrare in contatto con la Sua persona, le Sue azioni, la Sua testimonianza di uomo e pastore, ha arricchito la sua esistenza di contenuti e valori.
In questi anni, così come ho avuto sempre modo di ribadire in tutte le occasioni pubbliche, Lei ha assunto un ruolo che non è stato solo quello di Pastore della Diocesi di Rossano-Cariati, ma anche quello di punto di riferimento di valore;
di elemento propulsore dello sviluppo; di animatore culturale di elevatissimo spessore, riconosciuto da credenti e non credenti.
In sette anni è riuscito a dare un volto nuovo a questa Chiesa e a questo variegato territorio, che si estende da Cariati fino a Tarsia passando per la Sila, la Sibaritide e le città dell’Area urbana Corigliano-Rossano, ma soprattutto a dare un’identità sociale e culturale a questo comprensorio.
Eccellenza, Lei ha garantito centralità ai concetti di solidarietà e accoglienza, declinandoli sia nell’ambito dei rapporti interpersonali, che in quelli, con i meno fortunati, soprattutto nell’attuale periodo di crisi, che non ha precedenti e non ha storia.
In modo particolare, la continua attenzione al dialogo, l’attenzione ai bisogni degli immigrati, il concreto aiuto alle fasce deboli, compresi i carcerati e i poveri, a cui ha restituito dignità.
MONS. MARCIANÒ, LEI È STATO UN IRIDE PER QUESTA CHIESA.
Si è interessato di tutto, sentendo, insieme a noi sindaci e amministratori, il peso della responsabilità di governare questo territorio difficile. È stato un buon Pastore che ha dato tutto. Un pastore che nella sua semplicità ha saputo dialogare e far vedere il bello di Cristo e della Chiesa.
Ma ciò che è stato più significativo per le Istituzioni locali è il modo con cui si è posto al fianco delle comunità che hanno voluto investire nel sociale.
Non si può sottacere, caro Padre Arcivescovo, su quanto fatto attraverso la grande rete solidale: dalle mense Caritas, per finire ai centri di accoglienza e di ascolto, alle case per ragazze madri. Un apparato di solidarietà immenso, solido, che è stato eretto e messo in piedi da zero.
Tant’è che se prima a Rossano il termine solidarietà era una concetto astratto, quasi vuoto, oggi ha un’identità forte e ben focalizzata.
Ecco perché bisogna continuare a lavorare insieme, Chiesa e Istituzioni, per garantire il diritto alla dignità a tutti, soprattutto alle nuove generazioni.
Grazie alla sua catechesi, anche dura e senza peli sulla lingua, siamo passati da fenomeni di intolleranza verso gli immigrati ad una nuova primavera dell’accoglienza.
Siamo consapevoli che è stato avviato un processo lungo, i cui esiti si avranno nel tempo.
Lei ha messo la Sua autorità, ma soprattutto la Sua autorevolezza, al servizio di progetti di sviluppo solidale in cui i valori cristiani, ma anche e più in generale i valori dell’uomo, rimangono alla base.
A questo sviluppo solidale va ricondotta la sua azione costante e coraggiosa contro ogni sopraffazione e contro ogni forma di criminalità, dalla più piccola e spontanea alla più organizzata e crudele.
Nella Sua incisiva e inalienabile azione settennale nel nostro territorio è emersa anche la Sua attività di intellettuale raffinato e colto.
Grazie al Suo interessamento è stata avviata una radicale politica di valorizzazione del patrimonio architettonico, storico e artistico diocesano, che ha portato al restyling e alla riqualificazione, in soli sette anni, di diverse strutture; e ancora la promozione di studi e ricerche e l’impegno per ogni forma di attività culturale.
Ma un altro dei tanti ed eccellenti risultati raggiunti dal Suo dinamismo è sicuramente l’aver elevato alla gloria culturale il CODEX PURPUREUS ROSSANENSIS.
Un monumento laico e religioso insieme, che ha avuto l’onore di sfoggiare il suo splendore nelle stanze del Quirinale, lo scorso 14 Novembre, nel corso della visita ufficiale del Santo Padre FRANCESCO al Presidente della Repubblica, Giorgio NAPOLITANO.
Quel codice di colore porpora a molti sconosciuto, che proprio grazie all’opera dell’Arcivescovo Santo Marcianò è stato restaurato e ne è stato avviato l’iter per il riconoscimento a monumento patrimonio dell’Umanità.
Rimane, questo, uno dei tanti doni, che il “grande” Santo MARCIANÒ lascia alla Chiesa diocesana di Rossano-Cariati e alla Città di Rossano.
È proprio vero, caro Don Santo, in questi intensi sette anni tante cose sono cambiate.
Tant’è che è sotto gli occhi di tutti l’imponente, impegnativa e meravigliosa eredità che lascia in mano al Suo successore, che speriamo possa essere, come Lei, parroco buono e pastore autorevole, per tutti noi.
A consuntivo di questo episcopato, da sindaco della Città di Rossano e figlio di questa terra e della cultura cattolica intrisa in essa, credo di potere dire che questa esperienza l’ha spinta ancora di più a comprendere la complessità della società attuale e delle difficoltà che quotidianamente emergono da quest’area della Calabria.
Di questa Sua esperienza ne siamo orgogliosi, perché sarà l’impronta del suo cammino episcopale nel nuovo e delicato incarico che Papa FRANCESCO le ha voluto assegnare ponendola alla guida dell’Ordinariato militare d’Italia e, ne sono certo, di altri incarichi ancora più importanti nel futuro.
Eccellenza, noi non siamo contenti che Lei ci lasci, ma siamo contenti di averla conosciuta e apprezzata, di averla avuta come nostro Vescovo e anche come nostro amico. Un’amicizia che la distanza non potrà mai scalfire.
So che non dimenticherà mai gli odori, i colori, i volti, le passioni e le esigenze di questa città, che l’ha ospitata con tanto affetto. Pertanto, Le raccomando di cuore i nostri giovani e le sorti di questo territorio.
Continui a sostenere, anche se da lontano ma in una posizione sicuramente più strategica, le problematiche che attanagliano quest’area della Calabria.
Continui a rimanere vicino nelle battaglie di civiltà che ci hanno visto sempre, noi sindaci insieme a Lei, in prima fila nell’affermazione dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione Italiana: i diritti alla Vita, al Lavoro, alla Giustizia e alla Mobilità.
Continui a non far mancare il suo prezioso e paterno supporto a questa gente e a noi sindaci, che siamo attenti alle esigenze delle nostre popolazioni e ci accorgiamo di essere, giorno dopo giorno, sempre più isolati da un Governo centrale distante dal mondo reale e disattento riguardo alle diverse problematiche dei territori.
Noi sindaci continuiamo a rivendicare invano servizi e dignità che, al contrario, vengono puntualmente e ignobilmente tagliati e dimezzati.
Eccellenza, sappiamo quanto ha fatto, per esempio, a salvaguardia del nostro Tribunale: una battaglia che per il momento ci vede sconfitti ma che, ne ho certezza, con il suo aiuto, potremo sicuramente vincere. Le sorti del Palazzo di Giustizia, da cui dipendono venti comuni e oltre 130mila cittadini, saranno determinanti nell’ottica di sviluppo futuro di questo vasto e ricco comprensorio della Calabria.
A Rossano, Eccellenza Reverendissima, sei diventato rossanese, sapendo cogliere da questo popolo tutte le sue più belle sfumature.
Come dicevo in premessa, quello di oggi non è un saluto d’Addio, ma un arrivederci in quanto, lo annuncio ora: HO GIÀ DATO MANDATO AGLI UFFICI DELLA SEGRETERIA GENERALE COMUNALE DI AVVIARE L’ITER PER IL RICONOSCIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA A SUA ECCELLENZA SANTO MARCIANÒ.
Concorderemo, anche insieme al Presidente del Consiglio Comunale di Rossano Vincenzo SCARCELLO, il giorno in cui sarà indetto il Consiglio comunale al quale, in Sua presenza, l’Assise Le conferirà lo status di cittadino di Rossano.
Quindi, saremo più vicini di prima.
La ringrazio, caro Mons. Santo MARCIANÒ, a nome mio, dei miei colleghi Sindaci, e di tutte le nostre comunità. Le auguro di potere servire con analoga passione la grande famiglia Militare italiana e quanto altro il futuro le riserva, accompagnato dall’eterno affetto della nostra Mamma ACHIROPITA e dal solido esempio dei nostri padri NILO e BARTOLOMEO.
Le saremo per sempre grati.