Corte Conti vieta affidamento incarichi esterni.
Processo STOP, non ci siamo costituiti parte civile per una mera questione economica. Abbiamo ricevuto chiare ed inequivocabili direttive dalla Corte dei Conti, che ci ha imposto il blocco totale su consulenze e incarichi legali eccessivamente onerosi. E, considerato che nell’organico comunale non risultano avvocati penalisti, nostro malgrado, abbiamo dovuto rinunciare a prendere parte all’iter giudiziario contro le presunte cosche criminali che operano nel nostro territorio.
Al contrario, rimaniamo sgomenti rispetto alle sciagurate affermazioni dell’Opposizione. Che prima, reiterando un’autentica azione di sciacallaggio già all’indomani dell’operazione antimafia, chiese l’insediamento della Commissione d’Accesso, per poi essere sbugiardata dalla Prefettura, che a giusta ragione reputò l’Esecutivo ANTONIOTTI estraneo alla vicenda. Oggi, come in passato, il coraggio continua a non mancare. I soldi, purtroppo, sì!
È questo quanto fa sapere l’Amministrazione comunale rispetto alle affermazioni apparse stamani sulla stampa locale, precisando con estrema chiarezza la posizione assunta nel contesto dell’inchiesta e del processo STOP.
Sul rispetto e la tutela della legalità non accettiamo lezioni di moralità da parte di nessuno. Così come non tollereremo oltremodo allusioni e congetture ridicole che intaccano il buon nome della nostra Città. Basterebbe che qualche smemorato ricordasse solo i processi MARTELLO e GALASSIA, a cavallo tra gli anni novanta e duemila. Quando il Comune di Rossano, a guida centro destra, fu tra i primi nel meridione a costituirsi parte civile contro le organizzazioni criminali, investendo oltre 50milioni di vecchie lire nella consulenza legale. Proprio della legalità ne abbiamo fatto, con orgoglio, una bandiera. Anche pagandone le conseguenze sulla nostra pelle! Qualcuno dimentica, ad esempio, i mezzi meccanici di varie imprese incendiati nel periodo della storica campagna di demolizione sul demanio marittimo. Oppure quando, nelle medesime circostanze, l’allora assessore ANTONIOTTI, oggi Sindaco, subì per mano ignota il taglio di un’intera piantagione agrumicola. Al contrario, chi, oggi, ha l’ardire di parlare a vanvera e senza alcuna cognizione, abbia il coraggio di rendere edotti i rossanesi su eventuali azioni mirate a tutelare la legalità, quando ebbe l’occasione di amministrare questa comunità. Noi non ne ricordiamo nessuna! Sappiamo invece, e la storia ne è testimone, quanto fatto dai Governi di centro destra nel solco di una costante attività amministrativa, che ci ha visti sempre propendere al rispetto delle leggi e delle regole. – È vero, negli attimi successivi all’operazione Stop, nel giugno scorso, ci eravamo detti pronti a costituirci parte civile nel processo che avrebbe interessato l’inchiesta. Avremmo voluto essere parte attiva del processo insieme alla Regione e al Governo, ma non lo abbiamo fatto per motivi squisitamente finanziari, e soprattutto perché la Corte dei Conti ha imposto il blocco dell’esternalizzazione degli incarichi. Se non ricordiamo male, fu proprio l’Opposizione a lamentarsi, in seno di approvazione del piano di riequilibrio, di una consulenza affidata all’esterno per un importo di poco meno di 5mila euro. Il mandato legale ad un penalista nell’ambito di questo processo sarebbe costato decine di migliaia di euro! Eppure non abbiamo lasciato nulla al caso. Da subito, proprio negli stessi istanti in cui dai banchi della minoranza si alzava l’onda giustizialista che chiedeva l’insediamento della Commissione d’Accesso, il Sindaco ANTONIOTTI si premuniva di consegnare al Prefetto un ricco e analitico dossier riguardo a tutte le determinazioni adottate dall’Amministrazione comunale per consentire il ripristino ed il rafforzamento della legalità. Noi, col Primo cittadino in testa, abbiamo difeso l’onorabilità della Città, anche rispetto alle realtà a noi limitrofe. L’opposizione, invece, per l’ennesima volta ha perso un’occasione di crescita e confronto limitandosi esclusivamente ad alimentare quella sciagurata macchina del fango.