Fino a qualche tempo fa il Codex Purpureus Rossanensis era roba per cospiratori dell’arte, perversi amanti degli evangeliari miniati, oscuri studiosi di codici orientali, ricercatori nel mondo del Nuovo Testamento. Insomma. tolti i cittadini bizantini, (manco tutti) e una manciata di esperti (qualificati e prestigiosi, ma pur sempre una manciata) era una cosa davvero per pochi.
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