Nelle dichiarazioni ufficiali dell’allora responsabile PD del settore giustizia Orlando, veniva mossa una impietosa critica alla famigerata riforma della geografia giudiziaria, per la quale si  sollecitava una sua pronta rivisitazione, con il ripristino, quanto meno, di quegli uffici giudiziari (sei in tutto, tra cui Rossano) la cui soppressione appariva, sempre ad avviso del citato autorevole esponente, del tutto ingiustificata. Ci saremmo aspettati che Orlando, divenuto nel frattempo Ministro, desse seguito a quelle manifestate posizioni con il varo del decreto correttivo e la riapertura anche del  nostro Tribunale.

Nulla di ciò è finora avvenuto ed anzi l’impressione che si ha e’ che alla questione sia stata messa una potente sordina ed imposto il silenzio più assoluto. Logico inferirne che allo stato la partita può ritenersi certamente chiusa. Se così è, se dunque dobbiamo stoicamente subire fino in fondo l’onta della mortificazione per questo nostro territorio, ridotto all’insignificanza estrema, ci sia almeno consentito, prima della definitiva rassegnazione, di opporre a questo Stato sordo ed insensibile e alla variegata fauna degli inconcludenti e prezzolati politicanti, una adeguata risposta  a salvaguardia  della nostra dignità  calpestata. L’idea che ritorna prepotentemente e’ quella di dare seguito al manifestato proposito, già  anticipato con il gesto simbolico della consegna dei certificati elettorali, di non recarsi alle urne al prossimo appuntamento elettorale. Tale scelta, estrema e sofferta, appare oggi come l’unica se non l’ultima occasione per riaccendere i riflettori su questo territorio che altrimenti continuerà  a rimanere ancora a lungo nell’oblio e marginalità  di sempre. Nella indicata intenzionalità  la  campagna elettorale europea, lungi dall’assumere qualsivoglia forma di fiancheggiamento o peggio sostegno di candidati in cerca di sistemazione, dovra’ vederci come cittadini di questa vasta area già  costituente il circondario del fu Tribunale di Rossano impegnati soprattutto in una battaglia di coscientizzazione sulle gravissime emergenze in atto in modo da fornire ai cittadini efficaci strumenti per distinguere finalmente  “il grano dalla zizzania” vale a dire la buona dalla cattiva  politica
Se finora la ragionevolezza, la discussione ed il confronto pacato non sono bastati e la protervia e l’arroganza di pochi hanno avuto la meglio sul buon senso e sulle istanze democratiche provenienti dai più, e’ allora necessario attrezzarsi con nuovi e più efficaci  strumenti per esprimere, sempre democraticamente, il dissenso verso la deriva autoritaria alle quali in questi anni sta pericolosamente scivolando il nostro Paese attestata dalle discutibili scelte, tra cui la stessa chiusura dei Tribunali, assunte da vertici istituzionali sempre più autoreferenziali e lontani dal Popolo italiano.
Ecco quindi che la proposta di astensione in massa dal voto appare oggi come lo spartiacque tra il passato ed il futuro, tra il vecchio ed il nuovo modo di concepire la democrazia che prima di essere forma e’ sostanza che può assumere i contorni di una decisa contestazione, senza sconti, dell’indolenza ed irresponsabilità  finora dimostrata da partiti e dalla casta oggi ancora candidata alla famelica ricerca di personali fortune. 
Natale Graziano – Autonomia e diritti – Rossano