On. Caputo contro i costi della politica
Con riferimento alla nota del Pd di Rossano in merito alla proposta di legge n.508/9 recante “modifiche alla legge regionale 14 febbraio 1996, n.3, disposizione in materia di trattamento indennittario agli eletti alla carica di consigliere regionale secondo cui  “le spese per il noleggio e l’esercizio di autovetture sono ridotte dell’80 per cento rispetto alle medesime spese dell’anno 2009,il Presidente della I° Commissione Affari Istituzionali Giuseppe Caputo precisa quanto segue:

DICHIARAZIONE ON. CAPUTO
 
Con riferimento alla nota del Pd di Rossano in merito alla proposta di legge n.508/9 recante “modifiche alla legge regionale 14 febbraio 1996, n.3, disposizione in materia di trattamento indennittario agli eletti alla carica di consigliere regionale secondo cui “le spese per il noleggio e l’esercizio di autovetture sono ridotte dell’80 per cento rispetto alle medesime spese dell’anno 2009, il Presidente della I° Commissione Affari Istituzionali Giuseppe Caputo precisa quanto segue .“Il recente intervento del Pd di Rossano sui tagli ai costi della politica contiene una serie di inesattezze che non è dato sapere se siano il frutto di malafede o di superficialità. I rappresentanti del Pd fanno riferimento alla proposta di legge depositata in Consiglio regionale in data 17/10/2013 che si pone l’obiettivo di abrogare il comma 3, articolo 1 della legge regionale del 14 febbraio 1996, n.3, in materia di trattamento indennittario agli eletti alla carica di Consigliere regionale”. La norma riguarda le spese per il noleggio per l’utilizzo di autovetture ridotte dell’80% rispetto alle medesime spese del 2009. Chiarisco in premessa che lo spirito della mia proposta era mirato ad abolire questo anomalo privilegio (destinato ai presidenti di Giunta e di Consiglio regionale, ai vice- presidenti, gli assessori e i componenti dell’ufficio di presidenza) e non certo di estenderlo a tutti i Consiglieri regionali. Totalmente errate sono, quindi, da considerarsi le tesi sostenute dai rappresentanti dei Democratici ai quali suggerisco di visitare il sito della Regione Calabria e di prendere visione della proposta di legge in questione, sforzandosi eventualmente di dare la giusta intepretazione ai fatti, volutamente travisati, seguendo principi di correttezza e di onestà intellettuale. Comprendo lo spirito da clima elettorale, ma il confronto deve avvenire su basi concrete e, soprattutto, fondato su elementi di verità. Basta dare un semplice sguardo ai provvedimenti licenziati in sede di I° Commissione per rendersi conto che i rappresentanti della locale sede del Pd hanno preso un “granchio”. Appare oltremodo paradossale che da una posizione di maggioranza debba io battermi per l’abolizione di questi privilegi, mentre i rappresentanti del Pd, presenti con due componenti nell’ufficio di presidenza e un vicepresidente, tacciono consapevolmente usufruendo dei benefici. Ma il pressapochismo dei Democratici tocca punte massime quando si richiamano le indennità di fine mandato abolite, queste, con una apposita legge regionale (n.56 del 15/11/2012). Tornando alla proposta oggetto di discussione (legge 508/9), la stessa è stata dal sottoscritto, unitamente al collega Fausto Orsomarso, presentata presso l’ufficio di segreteria dell’assemblea regionale e successivamente revocata unilateralmente dal Consigliere Orsomarso, a mia insaputa. Condivido l’idea di perseguire la strada della lotta agli sprechi e dei tagli ai costi della politica ed è per queste ragioni che mi sono adoperato in sede di Commissione nella elaborazione di una proposta di legge che rispondesse ai criteri di contenimento della spesa pubblica, in considerazione della grave crisi che attraversa il Paese e la Calabria in particolare. Rispetto alla proposta di legge in esame sono prevalsi equilibri che non ho condiviso. Ho manifestato a tempo dovuto, nelle sedi opportune, il mio dissenso, esercitando un ruolo critico all’interno della maggioranza. In politica e in democrazia contano i numeri. Sono abituato ad assumermi le responsabilità per gli atti che personalmente compio, non rispondo di scelte fatte da altri”.