L’ingresso “solenne” della ‘Ndrangheta in una liturgia papale, dalla porta principale dell’omelia, evocata per la prima volta e per nome da un successore di Pietro, non è durato che pochi istanti: il tempo, per gli uomini d’onore, di esserne subito scacciati con il marchio canonico del disonore: la scomunica per idolatria. Peggio per satanismo. Davanti alla loro gente.
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