Sul bando regionale sui rifiuti non permetteremo nessun abuso.
Lo affermiamo con profondo rispetto per le istituzioni ma allo stesso tempo con profonda coscienza ed onestà: esprimiamo forti dubbi sull’operato del TAR Calabria in tema di rifiuti che risulta, alla luce di numerosi provvedimenti, del tutto parziale e lacunoso. Troviamo grottesco che, a fronte di un gigantesco sistema di speculazione e collusione istituzionalmente riconosciuto quale è il ciclo dei rifiuti calabrese,

un sistema di potere che viene sistematicamente denunciato ma altrettanto puntualmente ignorato dalle istituzioni giudiziarie, l’importante organo della giustizia amministrativa si scomodi per tentare di reintegrare l’unica ATI che aveva risposto alla scandalosa gara da 190 milioni di euro per l’esportazione di tal-quale all’estero.

Non possiamo fare a meno di notare che il TAR, tanto per fare un esempio, è lo stesso organo giudiziario che qualche mese fa ha convalidato una interpretazione quanto meno singolare della sicurezza stradale a proposito della mulattiera che conduce ad una nota sottospecie di discarica fortunatamente mai entrata in funzione: in sintesi il TAR afferma che, essendo le strade calabresi in condizioni pessime, pretendere che si rispettino le normative sarebbe inopportuno. Risultato? La strada, che non rispetta la normativa di sicurezza, sarebbe comunque idonea a far passare mezzi pesanti ovviamente carichi di monnezza.

Ci chiediamo: possibile che agli organi ispettivi della giustizia sfuggano stravaganze tanto evidenti? Cosa sarebbe successo se quella strada avesse condotto ad un ospedale, ad una struttura alberghiera o ad una semplice struttura comunale? E cosa sarebbe successo se una qualsiasi piccola azienda avesse provato a partecipare ad un modesto appalto pubblico senza avere l’iscrizione alla camera di commercio?

Per il TAR l’unica offerta ad un appalto europeo da 190 milioni di euro in due anni, formulata da una ATI in cui una delle aziende non ha nemmeno l’iscrizione alla camera di commercio (solo una delle illegittimità di quel bando), non solo è regolare, ma deve essere assegnata anche contro la volontà della commissione. Un capolavoro.

Ribadiamo quanto affermato nei mesi scorsi: il bando per l’esportazione di rifiuti all’estero, emanato dalla Regione Calabria a Dicembre 2013, è inutile, illegittimo e contrario alle normative della comunità europea in tema di rifiuti e risponde esclusivamente alle fosche logiche speculative che dominano il ciclo dei rifiuti calabrese. Per queste ragioni ci opporremo in ogni sede e con ogni mezzo, ivi compresa la mobilitazione sociale e civile che siamo pronti a risvegliare con la stessa decisione dei mesi scorsi.

Comitato in Difesa di Bucita e del Territorio