La vita politica italiana e locale vive un presente continuo ed indefinito. Specialmente nell’approssimarsi delle campagne elettorali. Si pensa che la gente soffre di amnesia. Ognuno propone di tutto e di più. Invece è proprio in questi momenti che bisogna ricordare le contraddizioni, le incongruenze , gli errori di tanta parte del ceto politico. Arrivano dei momenti in cui c’è la possibilità di cambiare le cose e provare a trovare le risposte a un enorme elenco di problemi.
A partire dalle deficienze in materia di politica sanitaria che ci ha privato dell’esistente per darci solo la “speranza” dell’ospedale unico, per continuare con quella dei trasporti pubblici, delle infrastrutture, dei servizi in generale e per finire a quella della tutela della legalità con la soppressione del tribunale di Rossano. Ormai in questo territorio il futuro non costituisce più una occasione, una speranza. E’ solo una preoccupazione. Riprenderci il futuro significa compiere un atto di giustizia. Abbiamo il dovere di iniziare il percorso di ri-conquista, ri-sanamento che ci tocca. Perché c’è lo chiedono i nostri figli, i nostri nipoti. Avere il coraggio di riprendersi il futuro significa dire poche cose , ma chiare, sul perché lo stato dell’arte è questo e non un altro. Abbiamo UN TERRITORIO CHE POLITICAMENTE NON CONTA NULLA. E’ questo il nostro punto di debolezza: un territorio disunito, che non conta, continuamente legato ai politici di turno. Questa tornata elettorale regionale, a cominciare dalle primarie del centro sinistra, è l’occasione in cui dobbiamo provare ad imporre la nostra visione di sviluppo sostenibile del nostro territorio. Smettiamo di limitarci ad ascoltare, dagli altri, quello che vogliono fare del nostro territorio. Noi dobbiamo proporre la nostra idea. E dare fiducia a chi vuole che i territori contino. Si ai progetti come la metropolitana leggera, l’aeroporto della sibarite, la nuova 106, l’ospedale unico. Ma quando verranno alla luce. Seguiamoli e lottiamo per portarli a compimento. Ma non possiamo più aspettare. Iniziamo a ri-valorizzare quello che c’è. Pretendere la riapertura delle stazioni ed il ripristino dei treni, il funzionamento degli ospedali che ci sono; la messa in sicurezza della 106 in modo da ridurne il rischio; superiamo il paradosso dei paradossi: non riusciamo a spendere i fondi comunitari. Questo suscita una grande inquietudine. La ragione è la polverizzazione in una miriade di progetti, a volte inutili invece che puntare a scelte strategiche di sviluppo della Calabria. Questo perché in questo modo è più facile mantenere il consenso, spezzettarlo, diffonderlo. Basta con chi impone la logica meglio prendere un voto e non ottenere un risultato serio. Per andare oltre occorre guardare al futuro con un minimo di strategia. Noi non possiamo più perdere tempo. Quanto si comincia a perdere anche quello che si ha è inaccettabile rassegnarsi al destino, incolpare gli altri, cadere ancora nel tranello delle promesse. Bisogna reagire. Insieme superare le nostre storiche debolezze: un territorio disunito, che non conta, continuamente legato ai politici di turno. E allora che fare ? Continuiamo, intensifichiamo e portiamo a termine la Fusione dei comuni di Rossano e Corigliano e poi anche qui andiamo oltre e costruiamo la città metropolitana della Sibaritide.
Il segretario PD Rossano
Francesco Madeo