Nella odierna edizione de “Il Sole 24 ore” dal titolo “Tribunalini, riforma fuori dal guado” e’ riportato senza mezzi termini che ad opporsi ad ogni ipotesi di decreto correttivo per il recupero anche del Tribunale di Rossano ed alla legge delega per una nuova revisione della geografia giudiziaria e’ stato Matteo Renzi. Se così fosse (e non pare vi siano dubbi, considerata l’autorevolezza della fonte giornalistica) mi chiedo dove si voleva andare a parare con le flebili proteste appena accennate in questo sperduto angolo del nostro Paese quando sulla strada si trova un ostacolo del calibro dell’attuale presidente del consiglio.
La verità, e’ inutile ripeterlo fino alla noia, e’ che noi contiamo meno del due di briscola perché semplicemente nei posti in cui tutto si decide noi non ci siamo. A Roma la nostra rappresentanza (lo dico senza offesa alle persone, aggiungo tutte oneste e per bene) e’ qualitativamente insignificante e per nulla autorevole, il suo ruolo si riduce a fare la claque ai potenti di turno e nelle competizioni elettorali a scorrazzare nei nostri pascoli per assicurare immeritati consensi alle rispettive ditte alle quali appartengono e dalle quali ottengono in cambio la sistemazione sulle ambite poltrone, complice un sistema elettorale da schifo fatto apposta per perpetuare questo sistema. E nel mentre la cd. nuova classe dirigente dei trenta – quarantenni (lautamente sistemata a discapito della stragrande maggioranza di coetanei) celebra i suoi fasti con quotidiane frequentazioni dei talk show l’Italia ed il Sud affondano come il Titanic. Appendere che Renzi si è opposto alla riapertura dei piccoli tribunali e’ ovviamente una non notizia tenuto conto che alle sue spalle c’è come sempre Napolitano notoriamente avverso al ripristino dei cd. Tribunalini; ciò che però fa senso e’ lo stucchevole teatrino al quale Renzi, insieme al suo ministro Orlando, si sono prestati allorché in più occasioni entrambi (ed in coro altri autorevoli esponenti del PD) si erano pronunciati sulla opportunità che quella famigerata riforma della geografia giudiziaria venisse rivista. A questo punto credo sia necessario tirare una qualche conclusione: se davvero Renzi, premier e Segretario del PD, si è opposto alla riapertura del Tribunale di Rossano chi dovrebbe riflettere per prima in sono i dirigenti, gli elettori e comunque i simpatizzanti del PD in ordine alla utilità ed opportunità di rivotare questo partito alle prossime elezioni che si è dimostrato, insieme agli altri che sostengono questo governo, nemico di questo territorio. Chi scrive non professa in questo momento alcuna fede politica (che non equivale, si badi, a sterile qualunquismo) e rivendica con orgoglio di avere contribuito a fondare, insieme ad altri amici, il PD in questa area e di averne pure condiviso le responsabilità venendo eletto nelle primarie fondative del 2007 nell’assemblea e nella stessa direzione regionale. Oggi la delusione e’ tanta pur confessando di avere guardato con simpatia e speranza al percorso politico del primo Renzi, già Sindaco di Firenze, fidando del suo entusiasmo e verve nell’aggredire i problemi. Ad oggi, non rimane altro che l’amarezza per un’altra occasione perduta non già perché a Rossano non v’è più un Tribunale (a Roma liquidata come bega campanilistica) ma perché senza accorgecene questo C.d nuovo corso della politica nazionale ci sta trascinando oramai verso una deriva senza fine, memore di triste esperienza che lascio solo immaginare ma che evito di pronunciare si da esorcizzarne ogni suo scongiurabile avvento.
Natale Graziano