Arrivarono alle mani nel contendersi le salme dei sei rumeni morti nel tragico incidente del novembre 2012
Cinque rinvii a giudizio. La vergogna della tragica serata del 24 novembre 2012 approderà presto in un’aula di giustizia.
E’ fissato infatti per il 27 gennaio prossimo il processo a carico di Francesco Scopato di 58 anni, Antonio Carmine Curia di 31, Nino Curia di 28, Agostino Curia di 33, e Gennaro Curia di 46, tutti di Rossano e a vario titolo operatori d’agenzie locali di pompe funebri.
Il quintetto (difeso dagli avvocati Ettore Zagarese e Pasquale Catalano), che dovrà comparire dinanzi al Giudice di Pace di Rossano, è accusato di concorso in percosse e lesioni nei confronti del 38enne loro “concorrente” Vincenzo Curia.
S’era arrivati a una vergognosa rissa, infatti, tra gli operatori delle pompe funebri rossanesi accorsi sul luogo del tragico incidente ferroviario dove persero la vita sei operai di nazionalità rumena.
Il furgone sul quale erano a bordo nell’attraversare il binario nei pressi d’un passaggio privato fu travolto da un treno regionale in transito.
Il mezzo s’accartocciò e i suoi occupanti, tutti braccianti agricoli, persero la vita.
Da Rossano, come pure anche da Mirto Crosia e Corigliano Calabro, accorsero sul luogo dell’immane tragedia numerosi operatori di pompe funebri, tutti a contendersi le salme delle sei vittime.
Scattò subito la scintilla della competizione: prima i tentativi d’accordo, poi i toni nervosi.
«Quelli sono tutti miei», «m’hanno chiamato dall’ospedale e sono arrivato per primo»: gli animi s’accesero sempre di più, fino a quando scattò la rissa.
E volarono schiaffi, le barelle furono usate come mazze tra urla e spintoni.
Il punto più basso della vergogna fu raggiunto quando una salma fu fatta cadere a terra da un portantino.
Tutto documentato in sequenze davvero scioccanti che fecero il giro di tutti i telegiornali e non solo nazionali, coi parenti delle vittime sconcertati e le forze dell’ordine che solo ad un certo punto riuscirono a riportare la situazione alla calma.
Quella pagina di vergogna fu richiamata pure in Consiglio comunale a Rossano, dal sindaco Giuseppe Antoniotti, nel corso della commemorazione delle sei vittime che trovarono la morte dopo aver finito di lavorare in un agrumeto.
L’incidente avvenne, come si ricorderà, in contrada Toscano di Rossano, al confine col comune di Mirto Crosia.
Il furgone con a bordo i sei rumeni passò sui binari dall’attraversamento privato e fu colpito in pieno dal convoglio che lo scaraventò violentemente nella campagna circostante.
L’ennesima tragedia sul lavoro accaduta in questa terra.