Centrale Enel di Rossano, futuro incerto. Il colosso elettrico annuncia la chiusura di 23 strutture in Italia, tra cui quella di Rossano. La struttura di contrada Cutura è stata messa da tempo a dieta. In generale, la politica locale, in questo particolare momento di campagna elettorale, evita di affrontare direttamente il problema, indaffarata su altri fronti.
Per l’amministratore delegato, Francesco Starace, «il boom delle rinnovabili influisce sulle scelte dell’Enel», che ormai coprono un terzo del fabbisogno energetico italiano. Il gruppo elettrico ha già avviato le procedure di cessazione definitiva dell’esercizio per nove impianti nazionali, ormai vecchi e obsoleti. Per molte centrali è in corso la ricerca di soluzioni alternative, dalla reindustrializzazione alla conversione verso usi non energetici. Per L’Enel la situazione non è rosea, e l’azienda è alle prese con una crisi della domanda che non consente di sperare nel ritorno al livello pre-crisi. Pertanto, è necessario comprendere cosa voglia farne della centrale di Rossano, proponendo magari soluzioni alternative, per un rilancio della struttura (ipotesi di un Parco tematico della scienza e della tecnica). Al momento, appare difficile una “riaccensione” del sito Jonico o riconversione. Intanto, una sola proposta praticabile è circolata di recente sulla riconversione della Centrale Enel di Rossano, ad opera di Fratelli d’Italia-An, esplicitata nel corso di un incontro pubblico tenutosi lo scorso mese di ottobre sul tema “Enel…quale futuro? Rifiuti…un’opportunità”. Il Laboratorio politico-culturale “Officina Jonio-Italia”, promosso da FdI-An, indica la strada della “pirolisi”, processo di trattamento termico utilizzabile per lo smaltimento dei rifiuti, così da alimentare la centrale. Appena un anno addietro, decine di lavoratori della struttura di Rossano sono stati “esodati” in attesa di raggiungere il requisito della pensione. I lavoratori dell’indotto hanno ridimensionato le loro attività di manutenzione.