La fusione delle due città limitrofe di Corigliano e Rossano all’attenzione dell’opinione pubblica, in attesa che i due consigli comunali deliberino finalmente per l’avvio dell’iter procedurale d’indizione del referendum consultivo. Mentre, Corigliano rivolge lo sguardo al di là del fiume Crati, aprendo la porta alla vicina Cassano, la città di Rossano non dimentica i cugini che stanno oltre il fiume Trionto, dei comuni di Crosia e Calopezzati.

Peraltro, le cinque municipalità sono accomunate dal percorso di sviluppo socio-urbanistico del Psa (Piano strutturale associato), il cui iter dovrà concludersi proprio nel corso del 2015. Intanto, dopo mesi di stasi, di cose dette e non dette, di rinvii e di rimbrotti reciproci, ecco che le due Amministrazioni comunali hanno finalmente deciso di incontrarsi l’8 gennaio prossimo, presso la sala riunioni del Castello ducale, per un appuntamento propedeutico ai lavori dei due consigli comunali convocati entrambi per venerdì 16 gennaio. Se a Teano si fece l’Italia, adesso nel maniero normanno si farà (forse) la Città unica, quale centro policentrico e direzionale della Sibaritide. Vengono così sfatate le dicerie circa la scarsa volontà nel deliberare sulla fusione dei due enti locali. Difatti, il sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, pone le mani avanti e dichiara «la nostra esigenza è quella di continuare a confrontarci nel merito con l’Ac di Rossano per capire, rispetto al progetto complessivo di fusione, tutte le reali convergenze esistenti ed approfondire eventuali aspetti che necessitano di ulteriori ed improrogabili chiarimenti». Antoniotti non tarda a rispondere e si rende disponibile al dialogo. Non rimane che attendere e vedere come andrà a finire la telenovela della fusione, nata anni addietro con la travagliata istituzione dell’Area urbana, partorita dal governo centrale nel 1988, e che ha avuto vita difficile. Già nel corso del 2004 è stata presentata la proposta di legge n. 488 relativa al “Referendum per l’istituzione del Comune unico denominato Corigliano-Rossano”. L’iniziativa, ancora una volta, è partita, come si suole dire, dal “basso”, e non già da chi ha il potere di decidere il futuro della Sibaritide. Difatti, un centinaio di associazioni e comitati vari della zona hanno sottoscritto un documento inviato ai sindaci di Corigliano Calabro e Rossano, al fine di attivare tutte le iniziative tese alla fusione dei due enti locali. I due centri jonici, quello normanno e quello bizantino, potrebbero presto togliere definitivamente il famoso “lenzuolo” dal Patire, che per anni, simbolicamente, li ha divisi e resi deboli sullo scenario politico-amministrativo-economico della Calabria e non solo.

Pietro Gaccione