Apprendiamo da fonti giornalistiche che, giorni addietro, il Presidente del Tribunale di Castrovillari ha rilasciato un’intervista nella quale, apertamente e palesemente, inneggiava la perfetta riuscita della fusione dei presidi di Rossano e Castrovillari.
Orbene, evitando di perderci in preamboli e inutili soliloqui, vogliamo riportare alcuni punti salienti dell’intervista al fine di poter meglio rappresentarla agli occhi dei nostri lettori e militanti: “…Siamo un tribunale giovane (per età media).
Oberati dai carichi di lavoro (sarà necessario fissare dei limiti), non ci vediamo quasi mai. Siamo però una bella squadra. C’è molta armonia…”. Ancora: “…Oggi possiamo dire, a conti fatti, che la concentrazione degli uffici giudiziari in un unico plesso assicura efficacia, efficienza ed economicità dei moduli organizzativi con meno promiscuità (aree più omogenee) e più possibilità di specializzarsi. Insomma si lavora meglio e di più. Le cancellerie sono adeguatamente arredate. Nessun disagio o gap dal punto di vista dell’adeguatezza dei beni strumentali e dei sistemi di sicurezza…”. Inoltre: “…Il risultato più importante in termini di attività? Quello ottenuto nel penale, dove si è registrato un maggior indice di smaltimento rispetto al settore civile, avuto riguardo ad una valutazione complessiva del dato statistico, alla complessità dei procedimenti nonché ai concomitanti trasferimenti di magistrati. Ciò in quanto il settore penale è totalmente accorpato, mentre per il settore civile, parte delle controversie pendenti alla data del 13.9.2013 presso l’ufficio soppresso si stanno celebrando presso l’ex Tribunale di Rossano. A breve, in ogni caso, tutto sarà trasferito presso i nuovi uffici. Questi i numeri. Dalla data di entrata in vigore della riforma sulla geografia giudiziaria (13 settembre 2013) al 31 ottobre 2014, sono stati definiti n. 2640 processi con sentenze monocratiche e n. 94 con sentenze collegiali. Nel civile, n. 4169 procedimenti esauriti e nel settore lavoro-previdenza n. 4704…”.
Ebbene, alla luce di quanto sopra esposto, ci rendiamo conto che la situazione venutasi a creare con l’accorpamento ha arrecato seri disagi a un vasto e fiorente Territorio come il nostro.
A tal uopo, una serie di domande sorgono spontanee: come mai il Presidente del Tribunale dichiara sfrontatamente che l’accorpamento è ben riuscito? Perché far credere che le cose funzionano alla perfezione e, invece, la realtà dei fatti è ben diversa?
La risposta a tali quesiti è semplice e diretta: questo accorpamento non ha fatto altro che precarizzare, in tutto e per tutto, un’intera generazione di giovani professionisti i quali si son visti svilire e sradicare un elemento essenziale di vita: la SPERANZA.
E’ risaputo, inoltre, che questo nostro comprensorio, da sempre claudicante, ha dimostrato di non essere fortemente unito al punto da sbeffeggiare, in più occasioni, quell’orgoglio d’appartenenza territoriale. Tale comportamentistica, ovviamente, ha letteralmente legittimato soggetti esterni a sfaldare, depredare e lacerare l’intero comprensorio creando spaccature e instabilità interne tra i partiti a scapito dei cittadini. Dal canto nostro, un presidio di giustizia non è un’azienda nella quale occorre pubblicamente rammostrare dei dati statistici per comprovare l’eccellente riuscita dell’accorpamento sia da un punto di vista organizzativo delle cancellerie che dal numero di smaltimento delle pendenze civili e penali. Specificatamente, infatti, le controversie civili subiscono quotidianamente reiterati rinvii a lungo termine sia da parte dei Giudici Ordinari, per l’eccessiva mole di lavoro, che dei Giudici Onorari poiché non competenti nel definire i procedimenti. Le cancellerie e i funzionari sono al totale collasso e i fascicoli in forte esubero, ammassati gli uni sugli altri, non trovano la giusta collocazione poiché gli spazi e la capienza delle stanze non rispecchiano i normali canoni previsti dalla Legge. Per non parlare, infine, dell’aumento delle spese di giustizia per i cittadini e gli Avvocati che decidono di avviare una determinata controversia.
Pertanto, a seguito della profusa dissertazione, il nostro intento non è quello di fare demagogia gettando fumo negli occhi alla gente o fomentare odio nei confronti della Città di Castrovillari poiché, da sei anni a queste parte, abbiamo sempre posto profonde riflessioni su variegate tematiche politiche e sociali.
La giustizia è un diritto inalienabile e, questa, nell’accorpamento ha subito una totale battuta d’arresto e con essa la mancata garanzia nei confronti dei cittadini i quali si son visti illegittimamente configurare il famigerato concetto di: “denegata giustizia”.
Chiudiamo, questo nostro comunicato, lasciandovi con un celebre pensiero, largito da un noto filosofo d’altri tempi, il quale più che mai torna d’attualità: “…La Giustizia, come tutta la vera realtà, è fuori della caverna. Nella caverna arrivano solo ombre della realtà esterna. Per capire le ombre bisogna sapere di che cosa sono ombre. Bisogna uscire dalla caverna per capire bene quel che si vede nella caverna…”.
Forza Italia Giovani Rossano
– Dott. Antonio Stasi –