Quindici funzionari dell’Inps di Rossano prosciolti dal Gip. Plauso della Cgil, ma il processo nei confronti degli altri indagati stenta a decollare
Hanno vissuto per alcuni anni avvolti da una “cortina di sospetto”. Quello d’essere i “colletti bianchi” che fiancheggiavano i “signori delle truffe”. Vere e proprie “rapine” perpetrate per anni in danno dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, quindi dello Stato, e, dunque, dei cittadini italiani. Si tratta di quindici uomini – e donne – il cui datore di lavoro era lo stesso istituto di previdenza.

In quindici, infatti, tutti funzionari ed impiegati presso la sede Inps di Rossano, sono stati prosciolti dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Letizia Benigno, poiché nei loro confronti non era stata formulata alcuna richiesta di rinvio a giudizio da parte della stessa Procura castrovillarese nell’ambito della maxi-inchiesta “Senza terra”.
Soltanto tre loro colleghi sono rimasti attaccati alle maglie dell’inchiesta giudiziaria che in queste settimane sta vedendo celebrarsi in Tribunale l’udienza preliminare nei confronti d’ottantatrè indagati.
Tra essi diversi rappresentanti legali di cooperative di lavoro agricole, numerosi falsi braccianti e titolari di patronati.
Un procedimento giudiziario che però sta andando a passo di lumaca, “complice” pure l’accorpamento dell’ex Tribunale di Rossano a quello di Castrovillari, e che rischia di mandare in prescrizione i reati contestati agl’indagati già durante l’instaurando processo di primo grado.
Soddisfazione per il proscioglimento dei quindici funzionari ed impiegati dell’Inps viene espressa dal sindacato Cgil, che nel comprensorio della Sibaritide-Pollino è da anni in prima linea nella “denuncia politica” delle tante truffe milionarie consumate ai danni dell’istituto.
Per bocca del segretario comprensoriale, Angelo Sposato, la Cgil oggi chiede con insistenza una sessione aperta del comitato provinciale dell’Inps di Cosenza, da tenersi a Rossano per il rilancio della sede locale.
«Vogliamo sottolineare il buon lavoro  della Guardia di Finanza e della magistratura per aver smantellato una rete illegale dedita al faccendierato ed alla truffa e per avere fatto chiarezza e giustizia su una vicenda che ha riconosciuto e sancito l’estraneità ai fatti da parte di ben quindici funzionari della sede Inps di Rossano», afferma Sposato, secondo cui «il corretto operato dei funzionari è stato ribadito dallo stesso organo inquirente che ha richiesto l’archiviazione nei loro confronti; per tutti loro, e in particolare per il compagno Mario Saccone già dirigente della Funzione pubblica della Cgil territoriale, esprimo l’auspicio che dopo questa dolorosa vicenda che s’è chiusa col riconoscimento della estraneità ai fatti e della correttezza dei doveri d’ufficio, si possa ripartire con lo slancio e l’entusiasmo necessario per dare continuità ai servizi per i cittadini e riaffermare la sede Inps di Rossano come presidio di legalità».
Adesso bisognerà soltanto attendere le decisioni del Gip sulla richiesta di rinvio a giudizio dei numerosi indagati nell’inchiesta e l’eventuale esito giudiziario d’un processo che da mesi stenta a “decollare”…