All’indomani della vergognosa e definitiva approvazione del D.L. n. 4 del 24.01.2015, afferente il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli, ci rendiamo conto che la nostra economia oramai è in forte picchiata verso la deriva. Questo governo fantoccio, irresponsabilmente, stà scardinando, pezzo per pezzo, la perfetta struttura di quello Stato sociale che, in epoche fauste, era modello da seguire e coniare.
La nostra beneamata Italia, in questa fase storica, patisce il più becero “bolscevismo sovieto” mai visto nel trascorso dell’umanità nel quale lo Stato, non incentivando in alcun modo la crescita economica del paese, continua incessantemente a sterminare democraticamente il proprio popolo con l’introduzione di tasse, tasse e solo tasse. Pertanto, il famigerato precetto latino del “do ut des” non trova dimora alcuna nel vocabolario partitico di ciascun componente di questo sconsiderato e illegittimo esecutivo.
Questa scriteriata scelta, sicuramente, arrecherà ingenti danni al nostro comprensorio il quale, reiteratamente depredato e depauperato da uno Stato sordo e assente, subirà un’ulteriore penalizzazione stante la prevalente economia agraria che da sempre distingue l’intera piana di Sibari.
Il governo Renzi, quindi, effettuando ulteriori tagli ai trasferimenti finanziari destinati agli enti locali, obbliga i Comuni a dovere applicare l’imposta sui terreni agricoli in modo che questi potranno incassare quelle somme che lo Stato doveva loro largire.
A tal uopo, una serie di domande sorgono spontanee: come mai il governo centrale non vuole dar vita a riforme serie tese a rimettere in moto l’economia del nostro paese? Le autonomie locali, in questo contesto economico, hanno ancora senso di esistere viste le decurtazioni subite e i massacri che di conseguenza dovranno effettuare contro i propri cittadini?
Ebbene, le risposte a tali quesiti sono le seguenti: questo governo, nella sua formazione, è illegittimo e incostituzionale poiché non eletto dal suffragio popolare e, perciò, di conseguenza le riforme sono illecite e incostituzionali; i decreti legge sono illeciti e incostituzionali; l’elezione del Capo dello Stato è incostituzionale; vitalizi e pensioni sono illeciti e incostituzionali.
Orbene, fermamente crediamo che una buona ricetta per far smuovere questa nostra stagnante economia concerne, anzitutto, la netta riduzione delle tasse del 50% da applicare alle imprese dando così incentivi seri per l’occupazione e, soprattutto, per l’innovazione. Inoltre, occorre procedere alla repentina riduzione della spesa pubblica e la definitiva estromissione degli inutili privilegi della casta politica al fine di garantire i necessari trasferimenti ai Comuni i quali, oggigiorno, risultano trasversalmente decurtati così che questi possano largire servizi alla collettività e favorire le famiglie meno abbienti.
Siffatte manovre, certamente, potranno garantire una piccola ripresa economica tale da incidere, una volta per tutte, sulla stagnante condizione sociale imperniatasi in modo da riconsegnare alle famiglie il dignitoso e sacrosanto diritto del potere d’acquisto.
L’agricoltura è il settore più nobile al mondo e scaraventarsi contro la categoria degli agricoltori significa azionare la più becera strage sociale nei confronti di coloro i quali risultano essere i motori trainanti di una reale economia.
La terra è lo strumento col quale sorse la prima economia mondiale e questa, più che mai, deve essere difesa con vigore e curata con parsimonia.
Forza Italia Giovani Rossano
– Dott. Antonio Stasi –