L’intervento della sig.ra Caterina Ledda, mamma di M., apparso nei giorni scorsi sul blog di Rossano, merita attenzione e alcune considerazioni da parte del sottoscritto, in qualità di dirigente scolastico dell’I.C. Rossano 1. Il primo dato che voglio fornire è il seguente: nel nostro istituto risultano iscritti e frequentanti 45 alunni disabili (6 nella Scuola dell’Infanzia, 29 nella scuola Primaria e 10 nella Scuola sec. di 1° grado). A tutti questi alunni, nell’anno scolastico che si sta per chiudere e negli anni precedenti, abbiamo cercato di garantire il massimo livello di inclusività.
Pur tra tante difficoltà, abbiamo cercato sempre di assicurare il sacrosanto diritto allo studio di tutti gli alunni, nessuno escluso. Tutto ciò grazie alla professionalità dei docenti (di sostegno e non), alla collaborazione con le famiglie, al raccordo tra scuola, Ente Locale e autorità sanitarie. Certamente non sono mancati ritardi e disagi di vario genere (ma questo vale per tutta la vita della scuola e per tutti gli alunni, disabili e non!) ma non è mancata neanche la volontà di rimuovere tutti gli ostacoli che si sono frapposti sul percorso che porta a una reale, concreta e visibile inclusione.
Ovviamente, tutto è migliorabile e tutto si potrà migliorare se la collaborazione e l’intesa tra scuola, famiglie e istituzioni proseguirà in modo proficuo e costruttivo.
Sulla vicenda specifica segnalata dalla signora Ledda, occorre precisare innanzi tutto che l’alunna di cui si parla non rientra tra i 45 alunni disabili citati sopra, infatti l’alunna non necessita di un insegnante di sostegno ma usufruisce solo del servizio di assistenza fisica. La scuola ha fatto di tutto (in questo come in altri casi) per far sì che l’alunna partecipasse all’uscita didattica. Certamente non è responsabile la scuola se la cooperativa ADISS ha dato disposizioni (comunicazione del 22/04/2015 prot. n. 272) circa l’interruzione del servizio di assistenza in occasione di visite guidate superiori alle 6 ore giornaliere. In virtù di tale disposizione, l’assistente fisica assegnata all’alunna era formalmente non obbligata ad accompagnare la stessa il giorno previsto per l’uscita se non a titolo di volontariato.
A questo punto, proprio per evitare che a M. venisse preclusa la possibilità di partecipare alla visita guidata, è stata coinvolta la mamma, la quale, tra l’altro, ha avuto modo di rendersi conto di come le docenti del plesso si siano prodigate –così come in tante altre occasioni nell’arco di questi cinque anni vissuti insieme- in favore della figlia.
La signora Ledda ha manifestato l’esigenza di non essere l’unica mamma presente, perché ciò avrebbe fatto sentire a disagio sua figlia e ha chiesto alla scuola se anche sua cognata (mamma di un alunno iscritto allo stesso plesso) potesse partecipare insieme a lei. Di fronte a tale richiesta, volendo venire incontro all’esigenza espressa dalla signora, la scuola ha consentito anche all’altra mamma di prendere parte all’uscita, in deroga alla regola generale che i genitori possono accompagnare i figli solo in presenza di valide motivazioni.
Si può certamente discutere della questione legata al pagamento della quota, dal quale la mamma poteva essere esonerata essendo genitore accompagnatrice, oppure considerato –per come è stato- un contributo personale, dato che la visita guidata ha previsto servizi che hanno reso la visita stessa più congeniale e più efficace sul piano didattico e organizzativo. Prendo atto, tuttavia, che la questione della quota non è al centro della lettera della signora Ledda, la quale pone, invece, l’attenzione sul tema più generale della difesa dei diritti dei più deboli.
Ovviamente, su questa vicenda la nostra scuola è pronta a un chiarimento tra tutti i soggetti coinvolti, nella consapevolezza che l’Istituto Comprensivo Rossano 1 ha mostrato e continuerà a mostrare molta attenzione verso le strategie e le azioni finalizzate all’inclusione scolastica e la dimostrazione ne è il fatto che in questi ultimi tre anni ci si è adoperati per la risoluzione di problemi piccoli e grandi, cercando di ridurre al minimo i disagi e le difficoltà oggettivamente presenti.
Ripeto: tutto si può migliorare e tutto è migliorabile. Ma da qui a parlare di “discriminazione” (come incautamente scritto in un commento) è veramente inammissibile.
In occasione delle mie visite nelle classi, la serenità e il sorriso delle bambine e dei bambini, disabili e non, dice molto di più rispetto a qualsivoglia tentativo di polemiche strumentali.
L’Istituto Comprensivo Rossano 1 non ha mai chiuso porte e finestre alle legittime esigenze, alle aspettative e alle speranze di tutti i genitori di tutti gli alunni.
Antonio F. Pistoia
dirigente scolastico I.C. Rossano 1