È noto a tutti che annualmente, ogni due giugno, viene evocata la festa della nascita della Repubblica italiana. Una legittima ricorrenza la quale, oggigiorno, trova un non senso stante la precaria situazione sociale, politica e economica che investe la nostra Nazione.
Una Nazione, oramai, piegata su se stessa poiché diretta, in questi ultimi anni, da chi illegittimamente e senza alcuna espressione di consenso popolare siede gli scranni della politica. Tutti i diritti costituzionali, quindi, risultano palesemente violati in toto da parte di una classe dirigente politica dedita a curare più gli interessi particolareggiati che quelli generali.

Pertanto, palese è la violazione dell’intero articolo 1 della nostra Carta costituzionale il quale recita testuali parole: “…L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione…”.
Orbene, alla luce del chiaro assunto legislativo, arguiamo come tale articolo debba essere seriamente rivisitato e riscritto sulla scorta dell’odierna e precaria questione economica e sul cristallino riflesso di una claudicante politica vetusta. Ad oggi, purtroppo, un diritto costituzionalmente garantito e inviolabile è divenuto violabile a tutti gli effetti.
Infatti, per la qualcosa, il primo comma del summenzionato articolo non ha ragion di esistere giacché l’Italia è il quarto paese dell’area Ocse per percentuale di disoccupati di lunga durata ovverosia, persone che non lavorano da un anno o più.
Invero, dal 2007 al 2013 la quota di disoccupati di lunga durata, sul totale dei disoccupati, è salita nel nostro Paese dal 45% a quasi il 60%, una percentuale superata solo da Irlanda, Grecia e Slovacchia, fanalino di coda con un dato superiore al 70%.
Per quanto concerne, invece, il potere sovrano, previsto al secondo comma, questo ha reiteratamente subito continue frodi al punto da allontanare definitivamente la popolazione dalla politica. La sfiducia verso la politica è alquanto elevata al punto che un’ondata di demagogia, qualunquismo e astensionismo avanza indisturbata e senza sosta. Occorre, pertanto, fare un passo indietro e riconoscere gli errori fatti in passato poiché enorme è il debito che la politica e la sua classe dirigente ha nei confronti del popolo. La politica, quindi, ha l’onere di ritornare a parlare con la gente, di stare ad ascoltare le loro istanze e risolvere le problematiche presenti nei territori. La politica tra la gente e per la gente.
Forza Italia Giovani Rossano, in conclusione, auspica che un cambio della rotta possa avvenire nel breve periodo in modo da poter ricucire quel rapporto di fiducia ombellicare tra il popolo e la politica.

                                                                                       Forza Italia Giovani Rossano
                                                                                             – Dott. Antonio Stasi –