Abbiamo appreso dalla viva voce del sindaco che le forze dell’ordine hanno chiesto i documenti relativi ad alcune gare d’appalto promosse dall’amministrazione comunale tra cui non poteva mancare quella del fantomatico depuratore consortile, un affare da 43 milioni che ha visto, però, la risposta di una sola azienda.
A prescindere comunque da quella che abbiamo definito in tempi non sospetti una “fregatura consortile” a causa dell’inutilità e dei costi faraonici dell’opera, come denunciamo pubblicamente da anni purtroppo resta drammatica la situazione della depurazione sul nostro territorio.
L’amministrazione comunale, piuttosto di dare ascolto alle tante proposte pervenute anche da noi su questo tema, insiste nel cercare di gettare fumo negli occhi dei cittadini con promesse future mentre le scie melmose continuano a “colorare” il nostro mare ed il tanfo nauseabondo proveniente dagli impianti continua ad infestare tutto il litorale. Questo è lo stato di cose alle porte della stagione turistica, una condizione di disfunzione permanente che allarma non poco gli attori del settore turistico e che spesso precipita verso veri e propri disastri ambientali, come abbiamo puntualmente denunciato alle autorità giudiziarie.
Sia chiaro: quanto accade è totale responsabilità di questa amministrazione che, al pari di quelle precedenti e di ogni colore, si è dimostrata totalmente incapace di gestire l’intero sistema cittadino delle acque mentre è risultata piuttosto abile nel confezionare affari con cui elargire il denaro dei cittadini.
Se il lungomare è infestato da cattivi odori, infatti, è proprio perché non è stato effettuato né pianificato negli anni scorsi alcun intervento sugli impianti attuali, nonostante noi stessi li avessimo proposti e richiesti più volte. Guarda caso quello del cattivo odore è uno dei pretesti che la giunta Caputo-Antoniotti utilizza per giustificare l’obbrobriosa idea di costruire un unico depuratore in contrada Piragineti, pompando la fogna da Contrada Fossa (Rossano) e da Apollinara (Corigliano) con enormi e costosissime tubazioni e pompe di sollevamento (cui prodest?).
Quanto sarebbe costato riprogettare il sistema di depurazione attuale? Quanto tempo ci sarebbe voluto? Quali sarebbero stati i costi di manutenzione una volta realizzato? La risposta è circa la metà dei soldi e del tempo rispetto al progetto di “fregatura consortile” e, per altro, con risultati certamente migliori. Ricordiamo che alla fine della fiera infatti, se mai ci si arriverà, non è chiaro che fine faranno 7 milioni di metri cubi l’anno di acque da depurare, mentre è definito con precisione ingegneristica chi dovrà pagare il salatissimo conto di quest’intervento, cioè i cittadini a partire dai 145 euro ad utenza per il cambio del contatore (per un totale di circa 6 milioni di euro).
In tutto questo ricordiamo ancora una volta che, a differenza di quanto sostenne l’ex onorevole Caputo in un comunicato stampa proprio in risposta a Terra e Popolo, una grossa fetta di centro storico continua a scaricare la propria fogna, tristemente, nel torrente Celadi. Un disastro totale, lo specchio non solo dell’incompetenza di questa Amministrazione, ma più in generale della inadeguatezza della classe politica degli ultimi decenni che si è dimostrata incapace, tra le altre cose, di cogliere l’occasione delle risorse comunitarie anche su temi basilari come la gestione delle acque. La città di Rossano ma l’intero territorio, lo ribadiamo per i finti sordi, ha bisogno di un rinnovamento radicale della classe politica in termini di uomini, di idee, di coraggio, di necessaria distanza dal sistema politico-culturale decadente che sta martoriando la nostra terra.
Esortiamo infine la magistratura ad interrompere l’immobilità su questo tema a fronte di precise denunce su disastri ambientali che hanno portato, fra l’altro, alla scoperta di una conduttura “anomala” nei pressi del depuratore di Sant’Angelo da cui sgorgavano decine di litri di fogna, vicenda su cui pretendiamo la massima chiarezza.
Movimento TERRA e POPOLO