A proposito di un’intervista rilasciata dal presidente Rio dell’istituto demoskopika sull’argomento Fusione, il “Comitato 100 Associazioni per la Fusione” osserva che, a prescindere da chi sia e cosa rappresenti tale istituto demoscopico, poiché vi si afferma, tra l’altro che <<serve studio di fattibilità>> in via preliminare e servono anche dei sondaggi demoscopici … senza dire quale dei Comuni ne dovrebbe sostenere i costi dal momento che tutti si dichiarano “senza un euro”, sono doverose alcune precisazioni.
A conferma che tale intervista appare faziosa c’è che essa si occupa e deduce in maniera apodittica (cioè senza riferimenti) l’esistenza di maggiori costi che, a suo dire, graverebbero, in caso di Fusione, sui cittadini di entrambe le amministrazioni laddove, però non spiega, e resta quindi indimostrato, come possa accadere ciò allorché le burocrazie da due si riducono ad una sola e via di questo passo. Ma lo sa demoskopika che i Comuni accorpati hanno priorità sui finanziamenti? Che hanno l’esenzione dal patto di stabilità per almeno 5 anni? Che godono di finanziamenti straordinari per le infrastrutture, senza considerare, poi, l’aspetto politico della questione laddove con la Fusione (ma anche con la semplice adozione delle due Delibere) si ribalterebbe il gap attualmente esistente con altre aree provinciali, a favore di questa che diverrebbe – prima in astratto e poi in atto – la prima realtà demografica (e politica) della ex Provincia di Cosenza. Ma forse è proprio questa la preoccupazione del presidente Rio, cioè quella di assecondare qualcuno nella tesi che la fusione non s’ha da fare proprio per i suoi aspetti politici. Diversamente non si comprenderebbe l’accanimento contro le deliberazioni dei due Enti che dovrebbe permetterebbe l’avvio della prima fase (l’inizio) del procedimento di fusione, per poi passare al voto popolare e, se questo favorevole, alla fase di studio, progettazione e programmazione della nuova realtà (nuova città) che dovrebbe nascere dalla Fusione. Se, invece, tutto restasse a chiacchiere e interdizioni, si avrebbe il risultato tipico per la Sibaritide di non combinare mai nulla di buono (vedasi la questione dell’Ospedale Nuovo) e scendere così nel baratro che già si intravede. Nell’intervista, inoltre, si omette l’esistenza del fattivo dialogo istituzionale con gli Enti dato che il Comitato prima, e con esso le due amministrazioni dopo, si sono recati a Palazzo Vidoni, su invito del Ministro della Funzione Pubblica, per discutere delle fasi della Fusione trovando ampio ascolto e condivisione del progetto e che il procedimento sta segnando il passo solo per la mancata adozione della Delibera di avvio da parte del comune di Corigliano. Messe così le cose, crediamo, che siano più chiare e oneste di come capziosamente descritte e ci auguriamo che una maggiore riflessività sulla necessità di puntare sugli interessi collettivi, piuttosto che solo su quelli privati, possano facilitare nuovi passaggi verso il compimento del processo in atto.
Ufficio stampa “Le 100 Associazioni per la Fusione”