Dopo quasi due settimane dal disastro che ha colpito la nostra città, assistiamo ad un dibattito surreale rispetto all’evento ed alla gestione dell’emergenza da parte degli attori politici della città. Si parla di evento eccezionale e, se da una parte é vero che la responsabilità ultima dell’evento é stata la precipitazione fuori norma, é vero anche che l’antropizzazione del territorio ha fatto la sua parte.
Si é fatto e si fa un gran parlare di eventi eccezionali, drammatici, del “tempo che cambia”, questo secondo gli studiosi é stato il luglio più caldo di sempre, ma non ci si ferma a pensare come rallentare le trasformazioni o come mitigare l’impronta dell’uomo sull’ambiente, come placare la furia della natura. La natura si ribella, si riprende i suoi spazi, non scende a patti con il disegno del territorio ad uso e consumo della speculazione edilizia. L’intensa pioggia non poteva essere prevista, é vero, di certo era già evidente che costringere un alveo all’interno di un capillare costituiva una criticità. Lottizzare aree di deflusso, ridisegnare il profilo della valle seguendo il perimetro delle particelle catastali forse poteva portare qualche problema. Ci siamo abituati a dire che “il tempo cambia e bisogna imparare a convivere con questo cambiamento”; il ritornello c’è lo sentiamo ripetere sempre ma sembra non interessi a chi governa il territorio, che a questo punto può essere ritenuto colpevole di trascurare un element di riflessione tanto reale quanto importante. Il dito dietro il quale ci si nasconde é quello della mano che cementifica e specula mettendo a rischio la salute ed il patrimonio pubblico. Pubblico che vuol dire di tutti, come di tutti sarebbero, e sono, i fiumi, l’aria, il mare. Invece, secondo la logica con la quale si é amministrato negli ultimi vent’anni questa città, “pubblico” é sinonimo di “nessuno”, perché terreno di conquista é oggetto dei desideri di qualcuno, é l’affare migliore. Noi continuiamo a chiedere fortemente di individuare e perseguire le responsabilità politiche e tecniche di un ennesimo disastro annunciato e, prevedibile, lungi quindi dall’essere un semplice evento naturale, come continua a sostenere l’attuale amministrazione comunale. Una delegazione di Rifondazione Comunista, nei primissimi giorni, guidata dal segretario regionale Pino Scarpelli ha effettuato un sopralluogo nei punti focali del disastro, individuando almeno tre punti critici. Uno è lo straripamento del torrente Inferno e dei suoi affluenti in contrada Matassa, responsabile dei danni alle case di via Caboto, alla scuola materna poco distante ed a tutta la zona a valle; ricordiamo ancora una volta alla città ed a noi stessi che questo torrente è stato ristretto da un alveo di circa dodici metri ad uno di circa due metri, ed inoltre, il secondo punto problematico individuato, cioè un’altura attualmente interessata da lavori edili, alle spalle della stessa zona, ha contribuito sia allo straripamento di cui sopra e sia ai danni. Il terzo è l’annoso e storico problema del torrente Citrea, che ha causato i danni maggiori nella zona di lido S. Angelo, senza dimenticare tutte le zone colpite, anche le più nascoste e periferiche, che non visto stivali, camicie e divise pulite. Rifondazione Comunista richiede alle istituzioni, un commissario ed un’équipe di tecnici atti ai lavori ed alla sovrintendenza del ripristino degli alvei naturali dei torrenti, la de cementificazione, l’allargamento e l’imbrigliamento degli stessi per una più sicura scorrevolezza delle acque, che,libere da ostacoli e detriti vari, possano percorrere proprio naturale percorso, senza causare ulteriori danni, anche in caso di piena. Riguardo i lavori sull’altura di contrada matassa, come per tutti i lavori che dopo l’analisi dei tecnici inviati procura dovessero risultare pericolosi, chiediamo di nuovo il commissariamento e non l’interruzione dei lavori stessi, se possibile, affinché questi possano essere compiuti in sicurezza per il territorio e senza un’inutile speco di risorse pubbliche. Per tali propositi, Rifondazione Comunista, si farà carico di una successiva petizione popolare. Riguardo alle nostre proposte, int tutti i soggetti, politici e non, di questa città, di esprimersi e di cercare di uscire da questo gioco delle tre carte, e perseguendo le responsabilità politiche e non degli ultimi vent’anni circa.
Rifondazione Comunista Rossano
Circolo Stefano Milei – Franco Veneziano