Quando parla uno come Ernesto Rapani, c’è da fare grande attenzione. Non fosse altro che – seppur giovane – per la sua ormai grande esperienza e militanza nell’agone politico cittadino, per la sua competenza e per le sue idee.
Da quando se n’è andato, sbattendo peraltro la porta, da quello che era il Pdl, di strada ne ha percorsa, aprendo una sezione di Fratelli d’Italia-An, divenendone dirigente nazionale e trovando ampio consenso fra i giovani. Quei giovani e non, che lo sosterranno nella sua candidatura a sindaco, ufficializzata già da mesi.
In questa direzione sta lavorando per seminare attraverso le idee, anche grazie al laboratorio indipendente “Officina Jonio Italia” che ormai da quasi due anni organizza importanti incontri a tema per discutere, analizzare e proporre soluzioni per gli annosi problemi del territorio.
Quando si chiacchiera con Rapani, non può mancare, tuttavia, la politica. Nei giorni scorsi si era avanzata l’ipotesi di un ritorno all’antico. “No, non incarnerò la parabola del figliol prodigo”, risponde subito. “Abbiamo sempre sostenuto l’idea di un’unione del centrodestra precisando, però, che intendiamo stringere alleanze con i partiti e non con alcuni uomini che hanno gestito la cosa pubblica in passato. Da questi ci terremo a debita distanza”.
Chiediamo se sia disposto ad incontrare il “deus ex machina” del centrodestra cittadino, Giuseppe Caputo. “A dire il vero – confessa – ha già chiamato chiedendomi di ripensare alla mia candidatura a sindaco, di rifletterci su. La mia risposta? Non se ne parla nemmeno”.
Che sia una pietra sopra alla questione? Lo sapremo solo nei prossimi mesi. Di certo, però, Fdi-An non starà con le mani in mano.
Al partecipato incontro “c’erano il sindaco di Corigliano, il consigliere regionale Graziano e non gli amministratori di Rossano – spiega – in primis l’assessore al ramo Guglielmo Caputo. Abbiamo voluto trattate il tema protezione civile perché nei giorni post alluvione notavamo decine e decine di uomini e mezzi davanti alla sede del Com, si faceva a gara a farsi intervistare dalle televisioni mentre la città era sommersa fango. L’evento è servito per capire che a Rossano la protezione civile non è dotata un minimo di organizzazione, di un albo delle associazioni e non effettuano corsi”.
“La scarsa manutenzione di boschi e torrenti” secondo Rapani, sono state fra le cause maggiori dell’alluvione. “Rossano – sottolinea infine – non è dotato di un Piano boschivo e non attinge ad una legge regionale che fornisce i fondi per la manutenzione di boschi e impianti idraulici. I lavori che si stanno effettuando adesso sono di facciata perché si opera a valle e non a monte. Cosa accadrà alle prossime piogge? Perché l’Amministrazione non prevede uno sgravio fiscale, l’Imu ad esempio, per chi è stato colpito dall’alluvione?”.
Luca Latella