L’idea di valorizzare al meglio uno dei beni più peculiari del patrimonio storico-artistico calabro, paradigma della storia bizantina della città di Rossano, risale al 27 gennaio 2007, quando l’Arcivescovo Santo Marcianò inoltrò alla sede Unesco di Roma una richiesta di candidatura del Codex Purpureus Rossanensis a patrimonio dell’umanità. L’istanza presentata, nella sua sintetica illustrazione, rappresentava un primo approccio alla candidatura che, non solo non sortì alcun esito, ma non ebbe alcun seguito. 

Il 25 ottobre 2012, durante una giornata di studio inerente i lavori di restauro del Codex, tenutasi a Roma, presso l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, l’Arcivescovo Santo Marcianò espose una relazione illustrativa del Rossanensis, lamentando lo scarso interesse dimostrato fino a quel momento dalle Istituzioni verso tale bene, per il quale, infine, richiedeva fermamente la candidatura. 

Il 16 aprile 2013 il dott. Lucio Alberto Savoia, ambasciatore UNESCO a Roma, convocò l’Arcivescovo Marciano’ assieme a una delegazione, per fornire le indicazioni necessarie per avviare l’iter burocratico.

Immediatamente partì l’impegnativo lavoro dell’elaborazione  della nomination di presentazione, redatta in italiano dal Direttore dell’Ufficio Beni Culturali, don Nando Ciliberti, coadiuvato nella parte iconografica dal dott. Michele Abastante. La traduzione in lingua inglese venne curata dalla dott.ssa Barbara Caponsacco e quella in francese da don Andrè Outtara Klo Lassana.

Nell’apparato iconografico vennero inserite le tavole del Codex e le immagini di tutti i monumenti della Rossano bizantina, utili alla contestualizzazione storico-culturale del Codice.

Il 16 settembre 2013 una delegazione costituita dall’Arcivescovo Santo Marcianò, dal segretario dell’Arcivescovo, don Santo Battaglia, dal Direttore dell’Ufficio Beni Culturali, don Nando Ciliberti e dall’economo della Diocesi don Pasquale Madeo si recò presso la sede romana dell’Unesco, per far visionare la relazione destinata alla sede centrale di Parigi e per consegnarne una copia. L’ambasciatore Lucio Alberto Savoia, la dott.ssa Maria Adelaide Frabotta e il dott. Ugo Rufino rimasero entusiasti per il lavoro prodotto dalla Diocesi di Rossano-Cariati.

Si presero, di seguito, i dovuti contatti per la consegna con la dott.ssa Vincenzina Lo Monaco, nuovo ambasciatore italiano all’Unesco presso la sede di Parigi.

Nel pomeriggio l’Arcivescovo, insieme alla delegazione, incontrò Sua Eminenza, il Card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, per rivolgergli un sentito ringraziamento per avere sostenuto la candidatura del Codex.

Il giorno successivo, presso il Quirinale, la delegazione incontrò il prof. Louis Godart, al quale furono consegnate in anteprima due copie della relazione, una destinata a lui, l’altra al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

In questa circostanza fu ventilata la possibilità di allestire l’esposizione del Codex presso il Palazzo del Quirinale, in concomitanza con l’imminente visita di Papa Francesco al Presidente Napolitano, che si concretizzo’ il 14 novembre 2013.

Le visite ufficiali si conclusero nel pomeriggio con la consegna di una copia della relazione al Ministro per i Beni Culturali Massimo Bray.

La relazione di candidatura del Codex, assieme alle lettere di presentazione redatte da Sua Eminenza il Card. Gianfranco Ravasi, dal Ministro per i Beni Culturali e Turismo Massimo Bray e dal Ministro degli Affari Esteri Emma Bonino, supporti imprescindibili e necessari, è stata consegnata, quindi, presso la sede Unesco di Parigi.

Successivamente per suggerimento della dott.ssa Joie Springer, responsabile del settore Memory of the World della sede centrale UNESCO di Parigi, con la quale c’è stato un contatto continuo per tutta la durata dell’iter, sono state aggiunte, a supporto della candidatura, le relazioni degli studiosi stranieri Louis Godart, archeologo e filologo, consigliere per i Beni culturali del Quirinale e di Herbert Kessler, esperto medievalista del Johns Hopkins University di Baltimore (Usa).

Fin dall’inizio del suo ministero in Diocesi, mons. Giuseppe Satriano, anch’egli sensibile alla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale rossanese, ha seguito con quotidiana attenzione l’evolversi della pratica, della quale  ricevette l’ attesa notizia il 17 giugno 2015 attraverso l’ambasciatrice italiana all’UNESCO, dott.ssa Vincenzina Lo Monaco, che comunicò che “la documentazione ha ricevuto una valutazione favorevole da parte del sotto-comitato preposto all’esame delle candidature per l’iscrizione nel registro Memoire du monde……………..La decisione spetterà al Comitato Consultivo Internazionale, che si riunirà alla fine di settembre.”

Nella seduta del 9 ottobre 2015 il Comitato Consultivo Internazionale UNESCO, riunitosi ad Abu Dabi, ha decretato l’iscrizione del Codex Purpureus Rossanensis nel registro della Memory of the World.

Attualmente il Codex si trova a Roma presso l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, dove è stato sottoposto ad un lunghissimo e necessario lavoro di restauro, condotto con moderni e scientifici criteri. Il rientro nel nuovo Museo diocesano di Arte Sacra, i cui lavori sono in fase di ultimazione, è previsto per i primi mesi del 2016, quando sarà anche pronta la teca, realizzata secondo una elaborata tecnica di climatizzazione e di esposizione alla luce   che lo accoglierà e lo conserverà come bene dell’umanità.