Presto nel golfo di Taranto fra Basilicata e Calabria appariranno le navi airgun per ricerca di giacimenti petroliferi e di gas. Siamo nel mar Ionio, fra le province di Crotone, Cosenza e Matera e l’istanza si chiama d 73 FR SH. Titolare della concessione la Shell, che reduce dalle sconfitte in Artico, arriva ora nei mari italiani con una concessione di circa 740kmq. I comuni interessati sono: Corigliano Calabro, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Albidona, Rossano, Ciro’ Marina, Crucoli, Rotondella, Rocca Imperiale, Cariati, Pietrapaola, Crosia, Scanzano Jonico, Nova Siri, Cassano all’Ionio, Policoro, Ciro’, Scala Coeli, Mandatoriccio, Trebisacce, Villapiana, Amendolara.
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La profondità del mare nella concessione in esame varia dai 600 ai 1600 metri. Il tutto durerà sei settimane e verranno acquisite 730km2 di linee sismiche. Si tratta di ispezioni 3D, che sono più invasive di quelle a 2D.
Come sempre, e’ tutt’apposto, lieve, trascurabile.
Ad approvare tutto un Decreto del Ministero dell’Ambiente, assieme al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Dicono:
– A dodici miglia c’e’ una Zona Speciale Protetta, detta “Alto Ionio Cosentino” – e non ci saranno effetti negativi.
– Le regioni Calabria, Puglia e Basilicata hanno espresso parere negativo. Ma che importa, approvano lo stesso!
– Devono fare il tutto fuori dal periodo di deposito delle uova, riproduzione e reclutamento delle principali specie ittiche commerciali. Tradotto: lo sanno anche loro che questo può incidere sulla pesca ma che importa!
– Potrebbero esserci varie campagne in parallelo, della Shell e di altre ditte petrolifere, e quindi e’ bene coordinare con l’ISPRA in modo che le varie operazioni non si sovrappongano. Ma… quante ditte diverse ci vogliono?
– Si devono portare appresso gli “osservatori marini”, “team leader” con corriculum approvato. Devono scrivere un rapporto in italiano e un sacco di altre prescrizioni che fanno ridere. Eh si!
Ma la cosa più assurda che in tutte queste labirintine prescrizioni, non viene stabilita la potenza massima utilizzabile. Certo, nessuno lo saprà cosa fanno in mare aperto, ma almeno a dire: oltre X non puoi andare. No. Dicono solo che si deve usare “la minor potenza acustica necessaria”. Cioè sparate quanto più potete basta che è, secondo voi, necessario.
Tutto questo non è firmato da un ministero del petrolio. È firmato dal Ministero dell’Ambiente e da quello del turismo. Che evidentemente non sanno niente né di ambiente, né di turismo, altrimenti il mare lo proteggerebbero invece che darlo in pasto alla Shell. E nota che lo scopo della Shell, alla fine, e’ di trivellare e di far soldi, non certo di conoscere la geologia del mare Ionio. A quelli, seduti nelle sedie comode di Rotterdam e di Londra, non gliene puo’ importare un fico secco del mar Ionio.
La mia domanda e’ la stessa che feci a D’Alfonso per l’Abruzzo. Il gran salvatore della patria Marcello Pittella, che in teoria dice no alle trivelle in mare, che e’ il capofila delle regioni refendarie, cosa fara’ adesso?
Griderà allo scandalo? Andrà su tutte le televisioni di Basilicata e d’Italia a dire che è inaccettabile che il governo prenda decisioni cosi contrarie alla volontà popolare? O semplicemente questa dei referendum per Pittella è l’ennesima foglia di fico dietro cui nascondersi, mentre nel frattempo tutto l’approvabile è stato già approvato e ispezionato e trivellato?
(fonte: Maria Rita D’Orsogna dal blog www.dorsogna.blogspot.it)
Ma cos’è l’airgun? “È una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. Praticamente ci sono degli spari fortissimi e continui, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari sono dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito. Questo è molto grave perché molte specie ittiche dipendono dal senso dell’udito per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo. Già in provincia di Foggia ci sono stati degli spiaggiamenti ( i sette capodogli morti a Peschici – n.d.r.) che potrebbero essere dovuti a queste tecniche pericolose”.