Sulla questione della chiusura del Tribunale di Rossano, basta tentennamenti, basta bizantinismi! Non possiamo tenere ancora l’atteggiamento finora palesato. Non possiamo continuare a sperare che gli altri ci facciano un “regalo” senza che noi ci mettiamo del nostro.
Ognuno si assuma le proprie responsabilità! La strategia finora attuata, individuata da qualche fine stratega, dal Richelieu di turno, non ha pagato; l’assenza di risultato è sotto gli occhi di tutti e solo i miopi non riescono a vedere ciò. Sono stati millantati da parte di qualcuno poteri, capacità contrattuale ed entrature politiche in realtà inesistenti, per come dimostra l’amara realtà che a distanza di oltre due anni dalla attuazione della riforma della “geografia giudiziaria”, il Tribunale di Rossano continua ad essere tristemente chiuso. Allora, è inutile insistere in quelle strategie, peraltro proposte sempre dagli stessi settori in cui si individuano soggetti che, di contro, dovrebbero avvertire il senso di responsabilità e la decenza di riconoscere gli errori commessi e chiedersi se non sia il caso, quantomeno, di rivedere qualcosa nei propri atteggiamenti e nelle tattiche che albergano nelle loro menti. Pur pensando di non essere assolutamente il depositario della verità e del verbo “divino”, personalmente credo, e non da ora, che sia giunto il momento di dire basta. Non possiamo più attendere! C’è bisogno di una reazione forte e decisa che coinvolga tutti, i SINDACI dei comuni dell’ex circondario del Tribunale di Rossano, i rappresentanti istituzionali del territorio, i partiti, i sindacati, le associazioni, le categorie professionali e del lavoro, le famiglie, il POPOLO, al fine di organizzare una protesta forte e visibile. Non possiamo aspettare ancora! Dobbiamo fare sapere distintamente ed inequivocabilmente che questo territorio non vuole più continuare a soccombere ed a subire soprusi ed ingiustizie. Siamo tutti consapevoli che la chiusura del Tribunale di Rossano rappresenta un’aberrazione, un errore madornale, una solenne ingiustizia ed una incontestabile illegittimità derivante dalla violazione delle specifiche norme di legge in tema di riforma della “geografia giudiziaria”. Allora, per dire no a siffatte iniquità e prepotenze occorre scendere in piazza, per urlare forte la nostra rabbia ed il nostro sdegno e farli sentire a chi deve prendere quelle decisioni che possono mutare lo stato attuale delle cose. Scendere in piazza a Rossano, anche per occupare e bloccare spazi e sevizi pubblici; portare, poi, anche a Catanzaro la nostra protesta, in occasione di una prossima seduta del Consiglio regionale, per intimare alla massima espressione della democrazia in Calabria, che risponde al nome di Mario Oliverio, di assumersi le proprie responsabilità e di difendere fino in fondo il nostro territorio (dal quale tantissimo ha avuto) in ragione dei ruoli istituzionale e politico svolti. Ma, aggiungo, occorre pensare anche di andare a Roma per fare sentire forte la nostra indignazione e rivendicare i nostri diritti; per dire, anche lì, no alla reiterata penalizzazione del nostro territorio. Devono tutti sapere che non siamo più disposti ad essere sempre le vittime sacrificali designate. E dobbiamo essere consapevoli di avere la forza per potere fare tutto ciò. Basta solo volerlo, basta crederci! E, soprattutto, basta prendere coscienza che oggi noi, come territorio della Sibaritide e della Sila Greca, non abbiamo più nulla da perdere; abbiamo già perso tutto! Cerchiamo ora di salvare perlomeno la DIGNITA!
Avv. Luigi Pirillo
già Consigliere comunale di Rossano