“Cavalieri valorosi folli di legalità”
Venerdì 30 Ottobre 2015 si è svolta a Rossano nell’Aula Magna dell’ITG “Falcone Borsellino” un’altra giornata della seconda edizione di “Libriamoci: giornata di lettura nelle scuole”, promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo.
Quest’anno le letture sono state fatte anche in lingua originale.
L’iniziativa, infatti, è stata aperta da un percorso di lettura concordato con gli studenti della classe II A. Questi sin dall’inizio dell’anno scolastico, incuriositi, avevano apprezzato alcuni brani di THE HAPPY PRINCE di Oscar Wilde letti lo scorso anno nel loro libro di testo.
Oggi hanno proposto un’introduzione al testo e letto le parti per loro più significative, sia in inglese che in italiano, apportando le loro personali considerazioni.
“Principe Felice” è una maestosa statua posta su una collina, ricoperta di foglie d’oro e pietre preziose, diventata simbolo della città e oggetto di ammirazione e vanto da parte di tutti. Una rondinella, una notte, decide di prendere dimora ai piedi del Principe; questi le racconta la sua storia e le chiede di aiutarlo a cancellare le brutture e le miserie della città che in vita aveva sempre ignorato (poiché aveva vissuto nel Palazzo di Sans-Souci, dal francese: “senza preoccupazioni”, “dove al dolore non è permesso entrare”). La rondinella, impietosita dalla tristezza del Principe, decide di aiutarlo e inizia a spogliarlo delle gioie che lo adornano per donarle ai poveri e ai bisognosi. Il Principe ormai rimasto privo di tutti i suoi ornamenti incita la rondine a migrare verso i Paesi caldi ma questa affezionata alla statua dal nobile cuore resta a fargli compagnia fino a lasciarsi morire ai suoi piedi. Il Sindaco, notando la statua tutta spoglia, grigia e l’uccello morto, decide di abbatterla e gettare i resti nella discarica. Un giorno Dio commissionò a un angelo di portargli le due cose più preziose della città e da questi ricevette il cuore di piombo del Principe e il corpicino della rondinella che guadagnarono l’eternità nel giardino del Paradiso.
La fiaba Il Principe Felice, scritta da Oscar Wilde intorno al 1888, è dedicata ai suoi due figli, anche se per alcuni aspetti sembra essere dedicata più a se stesso e, in parte, alla sua Irlanda. L’inizio e la fine della fiaba vogliono essere una dura critica alla società vittoriana inglese, vista come cinica e formalista. I personaggi messi alla berlina sono:
— i politici, rappresentati dal Sindaco e dai consiglieri comunali, che considerano la statua bella ma inutile e che alla fine della storia ognuno di loro ne vorrebbe una per sé;
— gli intellettuali cattedratici, rappresentati dal Maestro di matematica, che contesta ai bambini orfani il diritto di credere che quella statua sia un angelo;
— la famiglia borghese, rappresentata da una madre che vorrebbe un figlio calmo e tranquillo come il Principe.
Wilde esalta i bambini che nella loro ingenuità sognano e se la prende con chi, da intellettuale scettico e razionalista, ridimensiona le loro fantasie.
La parte più etica della fiaba è la pietà del Principe per gli oppressi, ma è anche la meno convincente sul piano politico. Nei tre casi descritti infatti (la cucitrice, lo scrittore e la fiammiferaia) vi è solo l’illusione di poter vincere facilmente la miseria, ovvero la necessità di credere in un evento fortuito, miracoloso, nella benevolenza di qualche persona agiata e generosa.
Gli aspetti che maggiormente hanno fatto riflettere sono:
— Chi viene beneficiato della generosità del Principe non ricambia, e la statua di lui, spogliata di tutti i suoi beni, è destinata a essere fusa;
— Nelle righe finali del racconto, Wilde offre ai due principali protagonisti la possibilità di una rivincita ultraterrena. Saranno le due uniche cose preziose della città che meriteranno il paradiso. In tal modo Wilde manifesta la visione di una divinità che premia di una felicità esclusiva chi ha sofferto ingiustamente (anche se gli artefici di questa sofferenza vengono dipinti nella maniera più caricaturale possibile);
— Le ironie nei confronti dei politici sono bellissime (d’altra parte in questo Wilde era notoriamente eccezionale): la proposta del Sindaco di emanare un decreto che impedisca agli uccelli di morire in città, e il suo segretario che ne prende nota; i continui litigi tra gli assessori per decidere a chi di loro dedicare la nuova statua (loro che, insieme agli accademici, le ritenevano belle ma inutili).
Questi e tanti altri spunti di riflessione si possono cogliere in questa “favola” che può essere letta a qualsiasi età traendone sempre nuove e attuali considerazioni.
E’ stata una lettura appassionata, coinvolgente, sentita, partecipata, attualizzata.
Un contributo speciale è stato apportato dagli studenti non italofoni di I A (coinvolti successivamente) che si sono cimentati nella lettura sia in lingua inglese (che già conoscevano) sia in lingua italiana (che stanno imparando ora).
Great students!!!!!!
Proud of you all !!!!!!
Prof.ssa Patrizia Zeppetella
Secondo momento della mattinata i Ragazzi della IV A, raccordandosi alla tematica dei “Valori” hanno trattato l’argomento proponendo questo titolo:
“Cavalieri valorosi folli di legalità”
La scuola è il primo luogo dove si formano gli uomini del domani, ma anche il luogo in cui si impara ad essere orgogliosi di appartenere ad una comunità e ad un territorio, ad essere liberi da ricatti e dipendenze e portatori di valori forti ed inattaccabili come dignità, libertà e solidarietà.
Il Papa a Cassano: “mafiosi io vi scomunico.”
Papa Francesco rivolge il suo pensiero a Cocò. «Non ha precedenti un accanimento come questo su un bambino così piccolo. Preghiamo per Cocò che di sicuro è in cielo e per le persone che hanno fatto questo reato, affinché si convertano e si pentano».
E’ ancora possibile allora accendere luci di speranza, fuochi interiori ricchi di ardore per il mondo, per l’uomo e la sua cultura, radicamento imprescindibile per poter costruire il futuro?
Cimentarsi per poter realizzare percorsi che aprano i cuori e le menti ad appartenenze fatte di amore per la propria terra, per la propria cultura e per quei valori che costituiscono il patrimonio genetico della nostra storia?
O saremo considerati solo dei Don Chisciotte?
Queste le considerazioni dei Ragazzi della IV A che attraverso la lettura del testo della canzone “Don Chisciotte” di Francesco Guccini e brani dell’omonima opera di Miguel de Cervantes, hanno cercato di mettere in risalto i veri Valori per costruire percorsi di legalità e rispetto delle regole e contribuire al benessere dell’intera collettività.
A tal proposito per esprimere le loro riflessioni in merito hanno utilizzato il video della canzone di Guccini
introducendo delle immagini che testimoniano quanto, sul nostro territorio, sia difficile portare avanti alcuni valori e quanto ci si possa effettivamente sentire dei “Don Chisciotte”!!!
Solo con queste iniziative, mettendo in evidenza e analizzando la realtà che ci circonda, la scuola non diverrà parcheggio esistenziale, ma opportunità per imparare a sognare insieme un futuro realizzabile.
Prof.ssa Achiropita Straface