Sul Blog di Corigliano è stato pubblicato un intervento del prof. Armando Benvenuto che commenta una mia riflessione sulla mancata deliberazione da parte del Comune di Corigliano a che inizi l’iter amministrativo per la fusione tra i due comuni viciniori. Ringrazio il prof. Armando Benvenuto per l’attenzione da lui prestata alla mia modesta riflessione sullo stato dell’arte della “Fusione” tra i comuni di Corigliano e di Rossano; sottoscrivo le sue considerazioni ed aggiungo altresì che fare l’analisi del perché si è pervenuti allo stato attuale deve servire a guardare comunque avanti,
La volontà degli uomini di Cosenza, dei loro adepti locali che reggono le fila ai piloti cosentini, è cosa acclarata ed è su questo che la riflessione deve farsi profonda, attenta e responsabile, per potere alla fine trovare l’antitodo a questa tacita imposizione e visiva penalizzazione che il territorio della sibaritide ha subito e continua a subire.
La norma istituzionale si evolve e cambia la realtà delle cose, delle situazioni e dell’agire rispetto al passato. Le stesse province, per come le abbiamo concepite fino a poco tempo fa, sono state declassate in posizione istituzionale di secondo livello dalla legge n. 56/2014, conosciuta come legge Delrio, ed in attesa della riforma del titolo V della seconda parte della Costituzione e delle relative norme di attuazione, saranno enti con funzioni di area vasta pur continuando a conservare di riflesso le funzioni di pianificazione territoriale, valorizzazione dell’ambiente, pianificazione trasporto (pubblico e privato) e così di seguito. Non occupano più il ruolo primario per il quale anche tu, caro Benvenuto, ti sei battuto nel periodo in cui la popolazione della sibaritide lottava per l’autonomia e l’istituzione della provincia che, se ottenuta, come hai testimoniato con i tuoi due volumi (del 1995 e del 2003), all’epoca, avrebbe avuto un ruolo importante e determinante per lo sviluppo armonioso di questo territorio.
Ma questo è passato, bisogna farne tesoro nella memoria per guardare al futuro.
Nonostante quel tipo di ostacolo e di ostracismo sia sempre presente, aggravato dalla paura che i comuni di Corigliano e Rossano possano fondersi in una unica città che per dimensione farebbe concorrenza alla città di Cosenza e ne ridimensionerebbe il ruolo decisionale, oggi, non è il tempo della rassegnazione ma è quello dell’azione; è tempo di iniziative efficaci per arrivare all’obiettivo che da sempre ci siamo posti: l’autonomia decisionale, l’autogestione per armonizzare la crescita del nostro territorio. Con le norme esistenti e vigenti, questa cosa è possibile solo se si è uniti, ecco perché la fusione, che, fra l’altro, è incentivata e finanziata dallo Stato che ne favorisce l’attuazione.
E’ possibile invertire l’andamento negativo ed innescare nuovi processi per sollevare le sorti di questo territorio ed offrire alle giovani generazioni opportunità e speranza, solo se si cambia cultura e concezione del futuro, se si prende atto della situazione di degrado e di povertà’ nella quale la popolazione di questo territorio vive.
La fusione dei due Comuni offre questa opportunità.
Cambiare modo di ragionare, significa sentirsi appartenenti a questa terra e non dipendenti culturalmente e per convenienza da altri (dai cosentini), significa creare le condizioni affinchè i nostri figli abbiano orizzonti nuovi e nuove opportunità senza essere costretti ad andare via. Le nuove generazioni devono crescere in libertà, non avere cioè la dipendenza psicologica di dovere chiedere per il loro futuro aiuto a chi comanda e tiene le redini stando lontano; non devono sentirsi asserviti al “potere” di nessuno se non a loro stessi.
C’è bisogno di uno scatto di reni, è necessario uscire allo scoperto, i politici locali per primi, ma subito dopo le associazioni professionali e di impegno sociale, i cittadini tutti, devono essere protagonisti del futuro.
La prima cosa da fare è quella di creare le condizioni per avere peso nel confronto istituzionale con gli altri; ciò è possibile se le due città di Corigliano e Rossano si fondono in una unica realtà demografica. Si vedrà nelle fasi successive, per come disciplina la legge, come fare nascere il nuovo soggetto, come chiamare la città derivante dalla fusione e soprattutto come la vogliamo e quali sono le priorità.
Le fasi per arrivare alla fusione vera e propria delle due città sono tante e, sia i cittadini attraverso il referendum e sia i rispettivi consigli comunali dovranno prenderne atto di volta in volta.
Affinchè questo progetto possa vedere la luce, c’è bisogno che i rispettivi consigli comunali manifestino il loro assenso. Da quel momento inizia il lungo e non facile cammino istituzionale con le tappe intermedie che avranno, ripeto, sempre e comunque, bisogno di verifiche della volontà di fusione.
Dobbiamo continuare a chiedere l’elemosina?
Dobbiamo continuare a chiedere di non toglierci più servizi?
La fusione rappresenta la chiave di svolta della situazione esistente ed è possibile raggiungerla se le amministrazioni interessate in carica danno il via a questo processo. A seguito della petizione popolare presentata alle amministrazioni dal Comitato delle 100 associazioni e singoli cittadini, l’amministrazione di Rossano ha detto si a che il processo di fusione inizi; a quando la decisione del Comune di Corigliano?
L’amministrazione comunale di Corigliano è politicamente e moralmente obbligata a dare in modo ufficiale e istituzionale il proprio parere.
Lì, 11.11.2015
– Enrico Iemboli –