Ennesimo pomeriggio di tensione presso il Pronto soccorso dell’Ospedale di Rossano. Per fortuna non si sono registrati episodi di violenza, se non verbali nei confronti dell’unico medico in servizio, non di certo per colpa sua, e del personale infermieristico.

Nel primo pomeriggio si contavano circa trenta persone in attesa di cure e di un servizio sanitario sempre più deficitario.

Pazienti “ammassati” ovunque, sulle sedie, sulle barelle con gli infermieri che non sapevano da dove iniziare, anche perché da mesi il “triage” sembra essere scomparso dal Pronto soccorso di Rossano. L’unico insieme a quello dell’ospedale di Corigliano, in grado di garantire una risposta sanitaria ad “appena” 200 mila abitanti.

Normali e comprensibili, a quel punto, i momenti di nervosismo ed anche di tensione. Episodi che di certo non possono concentrarsi su chi, in quel momento, tenta di fare al meglio il lavoro più difficile del mondo, quello del medico.

Gente che urlava, privacy nulla ed un solo operatore sanitario in servizio, dicevamo, assaliti verbalmente e quasi inermi di fronte alle decine di persone che chiedevano soccorso.

Una situazione, insomma, divenuta insopportabile per i pazienti ma anche per il personale medico e paramedico, costretto – per colpa di un’insensata spending review e degli imponenti tagli ai servizi essenziali, quali appunto il servizio sanitario – quasi ai miracoli per tentare di fornire delle risposte ai pazienti.

Già nei giorni scorsi avevamo riportato di episodi violenti, ma anche di un Pronto soccorso senza farmaci, anche salvavita, e senza cotone per i medicamenti, senza lenzuola e sudicio.

Sin quando una società che si definisce civile potrà sopportare questo stato di cose?

Luca Latella

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