L’impianto di bucita, non cade solo a pezzi, ma a quanto pare va anche a fuoco, infatti, un capannone dove erano depositati da diversi giorni frazioni di rifiuto umido sembrerebbe, per autocombustione, aver preso fuoco, ed aver visto i vigili del fuoco impegnati per diverso tempo a spegnere e ridurre al minimo i danni ed i fumi sprigionatisi nell’aria, fumi certemante non salubri che hanno costretto l’intera zona a restare sigillata in casa, purtroppo questa è un’altra pagina bruttissima che siamo costretti a scrivere nella storia di questo scempio ambientale del nostro territorio.
Si, perché oltre al danno subiamo anche la beffa di un impianto antiquato in cui non si è mai investito, e del quale urge ora urlare il nostro grido di allarme alla Giunta Oliverio, perché Rossano e questo impianto hanno bisogno del suo intervento, un intervento, che miri una volta per tutte alla riqualificazione dell’impianto come selezionatore per la raccolta differenziata di nuova generazione, non prima pero, di aver effettuato bonifica e caratterizzazione delle discarica già esistenti, atti che sembrano già inseriti nel nuovo piano rifiuti regionale che dovrebbe avere ora un accellerata, approvazione ed attuazione, per risolvere anche la situazione di Bucita.
Purtroppo la scorsa amministrazione, oltre a qualche slogan e un po di propaganda con qualche dato falso, poco ha fatto per risolvere il problema, almeno in città, tanto è vero che dal 19% circa del 2010, di raccolta differenziata, siamo passati al 22% del 2014 con un minimo del 16% nel 2013 (dati ISPRA) e con il problema dei rifiuti che si ripresentava con cadenza periodica, certamente visti i dati pochissimi sono stati gli investimenti nella raccolta differenziata, e i privati ne sono stati certamente contenti degli introiti derivati dalla raccolta indifferenziata del solido urbano, prova ne è il fatto che la tassa sui rifiuti è aumentata perché l’ente comunale non è riuscito ad arrivare alla soglia minima del 35% di raccolta differenziata per ricevere lo sconto sulla tassa regionale di smaltimento in discarica, sconto che di cui ovviamente avrebbero usufruito i cittadini, ma che invece si sono visti arrivare conti certamente più salati da pagare, tra i più salati di tutto il comprensorio.
Eppure una soluzione semplice e lungimirante, che mira alla risoluzione del problema rifiuti ci sarebbe, incentivare e finanziare, come abbiamo già detto, la raccolta differenziata spinta porta a porta,ovviamente non come è stato fatto fino ad ora , poiché non può e non deve essere consentito alla stessa azienda di fare sia la raccolta differenziata che l’indifferenziata per ovvi diversi interessi economici, poi certamente accantonare definitivamente l’idea di riuso energetico dei rifiuti, un idea oramai superata, ma molto in voga tra i componenti della oramai ex amministrazione di centro destra, tanto da andarsi ad informare direttamente sul impianto ETA di Manfredonia, con la speranza di riconvertire la centrale Enel in un bruciatore di rifiuti, o in un impianto di pirolisi, cosi da prendere due piccioni con una Fava e risolvere anche il problema Enel, ovviamente a scapito della salubrità della nostra città, costringendoci a scegliere tra una manciata di posti di lavoro e la nostra salute.
A chi pero è ora al servizio dell’azienda che detiene l’appalto, preoccupato per il proprio posto di lavoro visto il cambio di gestione, dobbiamo dire che non dovranno preoccuparsi del loro posto e anzi, loro in primis dovranno spingere per un bando comunale sulla raccolta dei rifiuti che preveda come unico atto ed investimento, la raccolta differenzata spinta porta a porta, perché qualora questo avvenisse, il loro posto sarà sicuramente salvo e crediamo che con un bando serio lungimirante che salvaguardi non solo l’ambiente ma anche le tasche dei nostri cittadini, le attuali maestranze avranno anche qualche nuovo collega da insierire nella filiera di raccolta selezione dei rifiuti differenziati.
Antonio Salone, Responsabile Ambiente Provinciale Giovani Democratici