Adesso sembra “quasi” ufficiale: il magistrato Sergio Caliò sarà il candidato a sindaco del Partito democratico. Nella serata di lunedì scorso il partito ha deciso, seppur per ora in modo non unanime, di puntare tutto sull’eminente giudice che starebbe, però, ancora attendendo comunicazioni in merito.

 

Di certo, è queste sembrano essere le sensazioni, se scioglierà le riserve, Caliò scenderà in campo per il Pd, un partito, quindi, ma solo dopo aver ascoltato attentamente idee e proposte. Il che potrebbe accadere proprio nelle prossime ore.

Il magistrato, questo è piuttosto chiaro, si spenderà solo ed esclusivamente per il bene della città. “L’unico interesse che mi spinge a candidarsi a sindaco – ci riferisce informalmente – è il bene di Rossano. La sfida è anche quella di far ricredere la gente nella politica con la P maiuscola. Ho una storia e non posso rinnegarla, per questo la mia disponibilità è per l’area di centrosinistra, più centro che sinistra. Una credibilità bisogna darla ma non con le coalizioni civiche che divengono un’accozzaglia, per questo ho dato disponibilità al Pd”.

Il partito, come accennato, ha sciolto le riserve lunedì sera. Niente primarie, dunque, a patto che il progetto politico del partito sarà approvato da Caliò. 

Il Pd, insomma, dovrà presentarsi con idee, numeri, progetti perché il giudice non ha alcuna intenzione di bruciare una credibilità costruita grazie ad una lunga, illustre e autorevole carriera da magistrato.

Caliò è, dunque, disposto a “metterci la faccia” ma riuscirà a mettere d’accordo le quattro anime (almeno) del Pd locale? Alla riunione di lunedì scorso, infatti, pare che qualcuno si sia opposto al “progetto”. Il direttivo, ad ogni modo è sembrato piuttosto compatto e l’unica “anima” controcorrente non è detto che non si redima velocemente. In tutto questo Tonino Caracciolo e Flavio Stasi, gli altri due candidati a sindaco riconducibili all’area di centrosinistra, come reagiranno? Sembra scontata la risposta: avanzeranno imperterriti per la loro strada.

Democrat, dunque, tutti con Caliò, o quasi, mentre la voglia che spinge il giudice a fornire la sua disponibilità a rappresentare la sua Rossano, è più che cristallina: “Difendere il territorio, ridare credibilità alla città, affermando principi di legalità”.

La chiosa è già da leader politico: “Chi mira a personalismi può tranquillamente starsene a casa”.

Come dargli torto?

Luca Latella