“La Calabria che vuoi” protesta: “Diverse le incongruenze censurabili”
Fa discutere – e attira critiche – la nuova Legge Urbanistica, approvata dal Consiglio regionale il 28 dicembre scorso. In tutti quei Comuni, e sono tanti, che non si siano ancora dotati di Piano Strutturale Comunale o Associato avrà luogo la decadenza dei Piani regolatori generali o di Fabbricazione vigente.
Pertanto, ad eccezione delle zone A e B, sostanzialmente già urbanizzate nella loro totalità, tutte le aree delle altre zone, C compresa, già più che parzialmente urbanizzate, edificate ed abitate, ritorneranno ad essere terreni con destinazione agricola. Evidenti e potenzialmente micidiali le conseguenze. Sia per i privati cittadini, che dopo aver sempre pagato l’Imu per terreni in origine edificabili vedrebbero adesso ridursi vertiginosamente il valore dei propri appezzamenti, sia per i Comuni, che dovrebbero far fronte ad una sostanziale riduzione di entrate dall’Erario.
Ma le implicazioni sono anche altre, riguardanti l’organizzazione del territorio: in alcune zone ad oggi si riscontra un’espansione urbanistica disomogenea, con aree abitate circondate o inframezzate da suoli che tornerebbero agricoli, e perciò teoricamente idonei ad ospitare ad esempio allevamenti zootecnici suini, con l’inevitabile impatto ambientale negativo e la conseguente discontinuità di servizi pubblici. Nel nuovo Testo, poi, non si parla di recupero e riuso di contenitori e di rigenerazione urbanistica, che per alcuni ambienti degradati significa anche e soprattutto riqualificazione sociale. Ultimo appunto è sulle date: la nuova Legge fa salvi i Piani di Lottizzazione e quelli Attuativi presentati fino alla data del 30 novembre 2015, mentre l’ultima proroga spostava detto termine al 19 gennaio 2016. Una contraddizione che rischia di aprire contenziosi tra privati e Comuni, in quanto vi sono certamente proprietari che hanno pagato fior di quattrini per mantenere il proprio terreno edificabile e che nei tempi previsti hanno manifestato la volontà di voler lottizzare.
Alla luce di tutto ciò, appaiono mere e vuote affermazioni di principio le parole spese dell’assessore regionale all’urbanistica Rossi per presentare la nuova Legge: piuttosto, chiediamo che si badi alla concretezza, adottando il metodo giusto ed opportuno, per tutelare cittadini e Comuni. E poiché, come ha detto lo stesso presidente Oliverio, la Legge Urbanistica non è da intendersi come Bibbia, lanciamo l’invito a voler rivedere e correggere subito gli aspetti critici del Testo, per risparmiare ai nostri territori una nuova beffa urbanistica.