Giorni di ordinaria follia. Non potrebbero essere descritti diversamente le ultime giornate politiche. Una giornata, quella di mercoledì scorso, nella quale si sarebbe dovuta tenere la conferenza stampa del movimento civico “Il coraggio di cambiare”, per presentare il candidato a sindaco che sarebbe dovuto essere Antonello Graziano.
Condizionali d’obbligo e à gogo perché quanto avvenuto poco prima dell’indizione della conferenza stampa, ha dell’incredibile.
Riavvolgendo brevemente il nastro, il film dell’ultima settimana vede il Cci compatto nell’indicare quale candidato a sindaco, il rappresentante di Idm, ex consigliere comunale, già assessore provinciale, Antonello Graziano. Si mormora di una conferenza stampa che però, non sembra arrivare mai fino a ieri. Nel frattempo sono sempre più frequenti gli abboccamenti fra Cci e Pd, che vorrebbe sedersi al tavolo in posizione paritaria e non con le carte già in tavola. Arriviamo a ieri. Cosa sia accaduto nel corso della riunione prima della conferenza stampa non è dato sapere. Ma dalla camera caritatis Antonello Graziano ne esce sbattendo la porta, avvelenato contro quelli che erano fino a qualche ora prima, compagni di viaggio.
“Ho fatto un passo indietro – dichiara Antonello Graziano – perché non vi era nessuna convergenza programmatica ed avevano enormi diversità di vedute sui metodi e le tipologie di approccio alla politica, anche con le liste amiche, il Pd ed altri. Non ho condiviso l’autoreferenzialità ed il senso verticistico del responsabile nazionale del Cci. Sono per le discussioni, il rapporto democratico, il dialogo, senza prevaricazione alcuna, partendo alla pari. E’ vero – ammette Graziano – ero stato indicato all’unanimità quale candidato a sindaco del Cci, spinto, invogliato soprattutto dagli ex consiglieri comunali che hanno condiviso il progetto Cci e che ringrazio. Il percorso si è incrinato perché per me prima dei partiti c’è il rapporto fra persone. Evidentemente qualcuno in nome della politica crede di poter calpestare la dignità per la smania di voler vincere a tutti i costi. Questa metodologia non posso condividerla – avanza il rappresentante di Idm – perché è antidemocratica, così come non condiviso riunioni segrete e tentativi di prevaricazione nell’ambito della stessa coalizione. La politica è servizio, impegno civico, rapporti fra persone all’interno di una cornice fatta di regole, che sono saltate perché qualcuno pensa di vincere partorendo la grande ammucchiata”.
Insomma, sembra si sia arrivati al punto di non ritorno. “Mi sarebbe piaciuto fare il candidato a sindaco – prosegue Antonello Graziano – senza lacci e laccioli, libero di scegliere gli uomini migliori e senza condizionamenti. Ho rivestito i ruoli di consigliere comunale, provinciale, di assessore sempre in Provincia, ho impegni con la professione e con l’insegnamento universitario, mi sarebbe risultato particolarmente sacrificante questo incarico. Ma lo avrei assolto con piacere nell’interesse della città che amo. Purtroppo siamo partiti con piede sbagliato, e per di più con i diktat di qualche novello e inesperto politico che si atteggia a stratega”.
Graziano continuerà, comunque, nel suo impegno civico. “Certo, saremo presenti alle amministrative: siamo antidestra quindi eventuali schieramenti potranno andare in una unica direzione, sulla base delle larghe intese programmatiche, bandendo le autoreferenzialità ed i personalismi e condividendo l’idea che Rossano torni una città vivibile”.
Fuori Cci, la destra e il Pd. Idm in autonomia, con Caracciolo o con Stasi. Cui prodest?
Luca Latella