In occasione del rinnovo dell’amministrazione del comune di Rossano, l’avvocato Luigi Pirillo ha proposto di boicottare le elezioni per fare sentire la protesta del popolo rossanese sulla chiusura del tribunale di Rossano. Condivido pienamente e totalmente tale proposta, purchè fosse stata preparata in tempo utile.
Oggi, è troppo tardi !!!!
Sarebbe stata una occasione per manifestare non solo la protesta ma anche l’indignazione della città e del territorio della sibaritide avverso la sottrazione (o “rapina”, termine più appropriato) di una pubblica istituzione che ha reso un servizio importante all’intera fascia Jonica oltre che rappresentare un presidio di legalità in un contesto nel quale ce n’è fortemente bisogno. Boicottare le elezioni amministrative oggi non è più cosa praticabile, ci sono già i candidati a Sindaco (forse troppi) e le liste di ciascuno sono pronte con aspiranti consiglieri che si sono organizzate per raggiungere l’obiettivo. E’ vero che ciascuno ha dato la propria disponibilità a ritirare la candidatura a sindaco, ma ha confidando nel fatto che gli altri non l’avrebbero fatto e che quindi tutto sarebbe rimasto com’è: tutti ai nastri di partenza.
Bisognava lavorare almeno 4-5 mesi prima su questa idea, interessante e utile allo scopo se praticata in tempo debito. La protesta avverso la chiusura del tribunale (e di altri uffici che rendono servizi al territorio) avrebbe dovuto avere quali protagonisti i politici locali e territoriali, i quali a loro volta dovevano essere punto di riferimento serio e credibile per le popolazioni locali. Allora sì che i cittadini sarebbero stati coinvolti ed avrebbero partecipato in modo convinto e spontaneo alla protesta. Purtroppo, la politica non è stata nè determinata né convincente, ha fallito.
Perché ha fallito? Questo territorio non ha mai avuto una rappresentanza politica degna di questo nome. Chi ci ha rappresentato nelle istituzioni è rimasta “asservito” alle logiche dei più forti, nel nostro caso, dei politici cosentini che hanno usato questo territorio della fascia Jonica solo come bacino elettorale che hanno manovrato usando i loro adepti.
Non ci voleva molto a capire che, negli ultimi decenni e fin dai primi dinieghi (istituzione aereoporto, nuova provincia, ecc. ) e poi dai primi scippi di servizi e uffici rappresentativi , la politica che decide (Cosenza) non voleva che questo territorio crescesse e diventasse autonomo.
In queste condizioni e in questa fase storica, ogni protesta non viene prese in considerazione. Non è stato fatto nulla prima, ritengo non sia possibile fare nulla oggi.
Ma la rassegnazione non deve dominare i nostri sentimenti, deve cedere alla speranza che a poco a poco sta cominciando a farsi spazio nella nostra cultura per emergere a riscattarci di tante mortificazioni anche economiche e di crescita in generale. Una luce si è accesa all’orizzonte e ci fa intravedere un futuro diverso, una cammino pieno di speranza ma anche di certezze, quella di cominciare a “contare”, di essere considerati un popolo unito e determinato a gestire il proprio futuro. La luce è il progetto di “fusione” della città di Corigliano e Rossano, che, una volta andato in porto, restituirà dignità a questa area abbandonata della fascia Jonica oltre che creare le condizioni per recuperare autorevolmente quanto gli è stato sottratto.
F.to Enrico Iemboli
Ex amministratore e componente
Comitato delle 100 Associazioni.