Ieri sera, martedì 13 settembre, si è dato vita, dinanzi all’ex tribunale di Rossano, ad una pacifica manifestazione pubblica in cui non sono mancati momenti di confronto tra avvocati, dipendenti rossanesi che sono stati trasferiti a Castrovillari e lo stesso sindaco Stefano Mascaro.
Tutti, nei loro rispettivi interventi, hanno rimarcato i disagi che si sono registrati nell’intero territorio dopo la chiusura dell’importante e storico Palazzo di Giustizia rossanese avvenuto il 13 settembre 2013. Tre anni di silenzio in cui, ancora oggi, si attendono le motivazioni di tale scelta messa in atto dal Ministero di Grazia e Giustizia e dal Governo centrale. Il sindaco Mascaro, nel corso del suo intervento, ha assunto pubblicamente l’impegno di voler coinvolgere i colleghi sindaci dell’intero territorio circa l’ipotesi di varare una delibera d’impulso da inviare, prossimamente, al CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) inerente al Dossier consegnato, prima della pausa estiva, a Roma in cui al suo interno sono riportate le inefficienze derivanti dall’accorpamento del tribunale di Rossano a quello di Castrovillari. Il Gruppo d’Azione, in virtù del silenzio sulla vicenda, ha deciso, tra ottobre e novembre, di iniziare un sit-in permanente dinanzi al Quirinale finalizzato ad incontrare il Capo dello Stato, Mattarella, per ottenere delle risposte e, soprattutto, le dovute motivazioni in merito alla soppressione del tribunale di Rossano. All’interessante incontro-dibattito, oltre a molti cittadini e dipendenti dell’ex presidio di giustizia rossanese, hanno preso parte, tra l’altro, il vice-sindaco, avv. Aldo Zagarese, gli assessori: Dora Mauro e Angela Stella, ma anche alcuni consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza, quali: Ernesto Rapani, Flavio Stasi, Marinella Grillo, Maria Granieri e Patrizia Curia. Presenti, inoltre, diverse associazioni del luogo, alcuni rappresentanti del Comitato delle 100 Associazioni favorevole alla fusione tra i comuni di Corigliano e Rossano, con il suo portavoce Amerigo Minnicelli, ma anche una nutrita rappresentanza del Movimento “Terra e Popolo” e “Noi con Salvini” con capofila il coordinatore cittadino: Egidio Perri. Prosegue, dunque, la “battaglia” burocratica per capire le giuste motivazioni che hanno sancito la chiusura, dopo oltre 150 anni di storia, dell’importante Palazzo di Giustizia nella città bizantina. Qualcuno, ancora oggi, pensa che sia stato perpetrato un vero proprio complotto politico ai danni della città con l’amara decisione di sopprimere il presidio rossanese. Il Gruppo d’Azione, comunque, non abbasserà la guardia e chiederà, nelle sedi opportune, di ottenere quelle risposte per arrivare alla verità dei fatti.
ANTONIO LE FOSSE