Leggendo il comunicato del docente universitario Prof. Giovanni Ferrari, mi sono chiesto: ma questo professore sta sempre in cattedra o qualche volta scende e sta con i piedi per terra?Quando una persona non la si conosce, ci si fa una idea di come si presenta e da quello che dice. Tale Ferrari, professore universitario, nel comunicato dal titolo ” Corigliano-Rossano: la fusione dell’utopia” esprime pensieri che esaltano lui stesso ma che sono contraddittori l’uno con l’altro e li porge come se fossero la verità assoluta.
Ferrari, da professore universitario, dovrebbe sapere che la verità assoluta non la detiene nessuno.
Ho l’onore di fare parte del Comitato delle 100 Associazioni che sta lavorando da anni per la fusione della città di Corigliano Calabro e di Rossano. Nella vita ho imparato a rispettare le opinioni degli altri, e per la fusione ad ascoltare i suggerimenti e le voci di tutti, anche quelle che non condividono il progetto, purchè espresse con onestà intellettuale.
Il docente universitario professore Giovanni Ferrari, per fare sapere di non volere la fusione, non giustifica questa sua avversione con argomenti ispirati alla vita pratica di tutti i giorni, ignora che questo territorio è stato e continua ad essere umiliato dai continui “scippi” di uffici e servizi, non parla del pantano economico nel quale versano i settori dell’agricoltura, della pesca, del turismo e così via, non si chiede del perché la sanità nel territorio ed in particolare nelle due città di Corigliano e Rossano, punto di riferimento della vasta area che ruota intorno, è stata ridotta al lumicino.
Fa un elenco delle cose che Rossano e Corigliano hanno perso, fa una descrizione dello stato delle cose, ma non indica quali sono le risposte per cambiare lo stato delle cose.
Non propone Nulla.
Invece, il professare Ferrari, per compiacere se stesso e per ricordare a chi legge la sua élite culturale, continua a fare il cattedratico in tutte le manifestazioni, anche quando fa un semplice comunicato, cosi come ha fatto in quello dal titolo: “Corigliano-Rossano: la fusione dell’utopia”. Introduce il comunicato facendo al lettore una lezione sui termini da lui usati, spiegando quindi prima il significato di “Utopia” e poi il termine “Fusione”, disquisendo –senza che nessuno glielo chiedesse- sul termine “Associazione” ritenendolo a suo avviso più appropriato al posto del termine fusione.
Gli sono grado per la lezione, mi ha evitato di consultare il vocabolario qualora non ne avessi saputo il significato, ma sarebbe stato meglio che avesse perso un po’ più di tempo a riflettere per cercare soluzioni allo stato di degrado nel quale si trova il nostro territorio ed in specie quello di Corigliano e Rossano. Avrei gradito conoscere le sue proposte ed i suggerimenti per uscire dallo stato di coma sociale e produttivo nel quale il territorio ed i cittadini si trovano.
Prima di parlare ho l’abitudine di leggere, approfondire e documentarmi, faccio quindi notare al docente universitario prof. Ferrari, che il termine “fusione” è usato (e condivido) dalla normativa vigente ed in particolare delle leggi (vedi l’ultima legge DelRio) ed è riferito alla unificazione di due realtà urbane limitrofe che si fondono in una.
Al professore universitario Ferrari ricordo inoltre che non è necessario realizzare l’Area Metropolitana della Sibaritide in quanto esiste già come conformazione fisica, origrafica e demografica, necessita solo che condivida un comune progetto di sviluppo e che sui grandi temi faccia pensiero unico. Non è più possibile che ciascuno continui a camminare per conto proprio e voglia continuare a coltivare il proprio orticello.
Se la vasta e grande area della sibaritide e della fascia Jonica ha la volontà di contribuire a che cambi lo stato delle cose, non ha che da sostenere fortemente la nascita della nuova città che dovrà nascere dalla fusione di Corigliano Calabro e di Rossano, in modo che questa nuova e grossa realtà diventi il volano che avrà la forza di trascinare gli altri verso la luce, a conquistare le cose perse e sottratte, a rinascere.
Non si può parlare “genericamente” di area metropolitana della sibaritide ( come ha fatto di recente anche un consigliere regionale che ritiene di includere nella fusione anche i comuni dell’alto Jonio) senza sapere di cosa specificatamente si parla. L’aggregazione intesa come unità di intendi (delle idee, degli obiettivi, ecc.) è una cosa, la fusione è altra cosa,
Le realtà locali sono una risorsa, non è necessario che tutti i comuni debbano fondersi, sono le idee che devono ritrovarsi e fondersi per una unica azione in una battaglia comune di area. All’interno dell’area ci deve essere una realtà forte e autorevole che possa essere il “portavoce” dell’insieme dell’area urbana ed avere la forza politica necessaria per rivendicare i diritti della popolazione amministrata alla quale è necessario ridare la dignità di esistere.
Per tale obiettivo è nata l’idea progetto della fusione delle due città limitrofe e contermini (come vuole la legge) di Corigliano Calabro e di Rossano.
Personalmente, come cittadino di questa terra, non avevo e non ho bisogno che qualcuno ricordi o addirittura faccia una lezione per fare capire che se siamo privi di tutto e che è necessario reagire; l’unico modo per reagire non è abbandonare tutto e andare via ma restare e lottare a che le cose cambiano. Per farle cambiare, è necessario avere la forza per farlo. Per avere la forza è necessario unirsi e quindi fondersi per acquisire giuridicamente la capacità di discutere paritariamente con chi detiene il potere decisionale.
Ecco da cosa nasce l’idea di fondere due grosse realtà come Corigliano Calabro e Rossano. Due città che sono “contermini” come richiede la legge, e che insieme raggiungono circa 80 mila abitanti, formando una nuova realtà che per dimensioni demografiche sarà la terza della Calabria e la settima in tutta Italia.
So della diversità delle due città, delle loro diverse culture e tradizioni, e pur di tanto consapevole non posso impedirmi di guardare a un futuro insieme, il mondo cammina e non si può stare fermi sol perché ci sono differenze. Quando si decide di intraprendere un cammino comune, pur conservando le proprie diversità, è necessario tenersi per mano affinchè le differenze diventino una risorsa con la quale affrontare le sfide del futuro e del mondo che cambia.
Il professore Ferrari, mantenendo l’aureola del docente universitario, riferendosi al sindaco di Corigliano non teme di usare termini forti come “mi fa veramente pena”, oppure “non ha capito i miei consigli”, e, quando lo addita come “incapace ed inidoneo a dare le più elementari risposte” raggiunge l’apoteosi della sua goduria perchè da perfetto NARCISO si piace e compiace.
Esprimendosi in questo modo, a quale autorevolezza morale, culturale e sociale fa riferimento Ferrari per dare consigli al Comitato delle 100 Associazioni quando a conclusione del suo comunicato lo invita a dimettersi.
Ferrari può avercela con il sindaco di Corigliano Calabro, con i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, ma a mio avviso è poco lungimirante quando accusa “Sansone con tutti i Filistei” e fa di tutte le erbe un fascio per tagliarle alla base senza salvare niente e nessuno se non se stesso.
Che Ferrari abbi più rispetto per il prossimo, ma soprattutto per chi lavora per il bene comune; che stia con i piedi per terra.
Perché non consultare i cittadini per verificare come e cosa pensano della fusione delle due città? Ci siamo quasi, vogliamo togliere loro questo diritto?
Noi del Comitato delle 100 Associazioni, tantissimi cittadini, i sindaci e gli amministratori dei due comuni interessati, le popolazioni della vasta area della sibaritide e fascia jonica fino a Cariati, oltre al proprio naso vede l’alba della speranza e non un tramonto a cui restare definitivamente ancorati.
F,to Enrico Iemboli