Appello per il ”non voto” nel rispetto della sovranita’ popolare conculcata.
Tra le cosiddette riforme del governo Renzi, oltre a quella della Carta Costituzionale ,naufragata sugli scogli della massiccia partecipazione popolare per il ”No”, quella che doveva eliminare le Province e’ il simbolo delle ”riforme-propaganda”. Sicche’ anche da noi il ”non senso democratico” ed il ”vuoto della partecipazione popolare” la faranno da padrone il prossimo 29 gennaio quando sindaci e consiglieri comunali si dovrebbero ”recare alle urne” per nominare un presidente e una manciata di consiglieri che ancora sono chiamati ”provinciali”.
Si tratta di una farsa, che da noi , in virtu’ di un avviato processo di fusione tra Rossano e Corigliano, avrebbe potuto assumere la valenza di un significativo test, sul quale misurare la capacita’ di coesione politica funzionale alle ”magnifiche sorti e progressive” delle terre e delle popolazioni ioniche, seppur cosentine, loro malgrado. Ma tante’. Si predica bene ma si razzola male. Quelle stesse componenti politiche (la maggior parte delle quali ricopre incarichi istituzionali e amministrativi) che ”esultano” per l’ulteriore passaggio positivo verso la fusione scaturito dalle audizioni svoltesi nei giorni scorsi nella Commissione istituzionale della Regione, ritenendo l’obiettivo fusione foriero di sviluppo per l’area della Sibaritide e piu’ vastamente dell’Ionio e di crescita di un suo potere politico contrattuale, quelle stesse componenti politiche si frantumano e si dividono per un ”potere farsa” che e’ la Provincia, mortificando le aspettative delle popolazioni dell’Ionio e vanificando una residuale coerenza e credibilita’ che si erano guadagnate sostenendo l’obiettivo della fusione. Sinistra e Destra, o meglio quelli che rappresentano ora la Sinistra e la Destra, spero inconsapevolmente, concorrono ad alimentare le adesioni al ”Manifesto del disfattismo del declino”’, esattamente l’opposto del patriottismo territoriale spinto dalla forza propulsiva identitaria(appartenenza ad una Comunita’) che viene costantemente sacrificata sull’altare persino dei personalismi e la politica diventa ”affare” mentre la democrazia perde il ”demos”(popolo) per essere solo ”Kratos”(potere), come per il cosiddetto voto per le nomine alla Provincia. Se io fossi stato eletto al Consiglio Comunale mi sarei comportato esattamente come Peppino Antoniotti. Avrei scelto il ”non voto” per continuare – come afferma il capogruppo di ”Rossano Prima di Tutto” – a rimanere libero e coerente’. In totale liberta’ nella difesa della Comunita”’. Un appello, dunque, per il ”non voto”, nel rispetto del popolo al quale viene impedito di esercitare la sua sovranita’, garantita dalla Costituzione.
Domenico Campana