I pochi Rossanesi e Coriglianesi che hanno avuto la possibilita’ e la pazienza di leggere le ”illuminate” dichiarazioni che si sono susseguite nella giornata sulla questione fusione Rossano-Corigliano, in particolare quelle dei rispettivi Sindaci, immagino che qualche interrogativo se lo siano posto. I ripensamenti sono possibili perche’ sono connaturati con la natura umana pensante. Nel caso specifico ,ovvero della sostanziale ”marcia indietro” di Geraci, mi sembra molto difficile ”giustificarlo” facendolo rientrare nella sfera dell’assunto appena enunciato.
Geraci e’ stato democraticamente eletto a guidare una comunita’, ad amministrarla e a finalizzare il suo operato al bene comune. La ”delibera d’impulso” con la quale, con l’approvazione, seppur a larga maggioranza del Consiglio comunale, si e’ dato avvio al processo di fusione che, come tale comporta nella parte conclusiva, la consultazione delle due popolazioni tramite referendum, e’ stato ed e’ un atto espressione di quella ”delega al fare il bene comune” che il popolo sovrano, con il voto, ha dato. E quell’atto comporta una serie di momenti attuativi che si concludono con il referendum , ovvero con il pronunciamento del popolo, che esercita la sua sovranita’. Geraci, nella sua qualita’ di Sindaco eletto e non nominato, deve assolvere appieno alla ”delega” che viene a lui concessa, con il voto, dal popolo. Ogni momento, e non soltanto alcuni, degli atti che sono pienamente funzionali a quella ”delega”, devono essere , come il momento del referendum, rispettati, anzi ”fatti rispettare”. Queste sono le regole democratiche che si coniugano con la sovranita’ ”che appartiene al popolo”. Ma tant’e’! Il mio amico Geraci ”prende cappello”, anzi penna e scrive che a ”fondere” il suo comune con quello di Rossano non ci pensa piu’, perche’, udite udite, l’assessore al bilancio del Comune di Rossano, l’avv. Nicola Candiano, nominato e non eletto, dice che le casse del comune sono vuote e l’Ente rischia il dissesto. E allora il mio amico Geraci, da buon padre di famiglia, si preoccupa del fatto che Rossano vuole fare, come si dice, ”le nozze con i fichi secchi”. La replica del futuro-a sposo-a e’ veramente stucchevole: ”…….oggi alla luce di quanto esposto dico e vi invoco alla piu’ assoluta prudenza, il buon senso prevarra”, scrive il Sindaco Stefano Mascaro. Ma caro Stefano, qui non si tratta di ”buon senso” o di ”prudenza”, qui sono in gioco il rispetto delle regole democratiche costituzionalmente protette. A questo punto, la parola, con il voto, deve passare ai cittadini di Corigliano e Rossano, ed al rispetto di tale ”regola”, non puo’, ne’ deve derogare il presidente della Regione, Mario Oliverio indicando la data del referendum. Mentre al Sindaco Mascaro, ci permettiamo di suggerire che quel messaggio di ”prudenza” sia indirizzato innanzitutto al suo assessore al bilancio che ha dato, speriamo inconsapevolmente, la ”stura” alle dichiarazioni di Geraci. Auspichiamo, dunque, un confronto pubblico tra i due Sindaci. Ma anche un intervento chiarificatore dell’Assessore al bilancio sulle sue dichiarazioni sibilline ed allarmistiche.
Domenico Campana