Sette i punti all’ordine del giorno del consiglio comunale andato in scena ieri sera. Tra i quali il piano casa, molto discusso e la costituzione dell’associazione Parco Culturale della Sibaritide per la realizzazione dell’omonimo progetto finanziato nell’ambito del bando pubblicato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Ma al di là delle mere questioni tecniche, dal punta di vista esclusivamente politico, l’assise ieri sera ha messo in mostra il consueto refrain, il solito canovaccio dei consigli comunali di questa era e l’abituale ping pong fra le minoranze ed il tavolo della presidenza – il presidente Rosellina Madeo a fare da arbitro, il sindaco Stefano Mascaro, l’assessore Nicola Candiano e (questa volta) il dirigente all’urbanistica Giuseppe Graziani – con la maggioranza consiliare sempre troppo poco pervenuta.
Se non fosse per il capogruppo de Il Coraggio di Cambiare, Vincenzo Scarcello (e solitamente di Piero Lucisano), non si alza la ben che minima voce da quei banchi.
Che puntualmente sembrano cadere sotto i “colpi” – senza nemmeno replicare – delle opposizioni. Insomma, senza Ernesto Rapani, Raffaele Vulcano, Tonino Caracciolo, Marinella Grillo Flavio Stasi, Giuseppe Antoniotti e Giuseppe Caputo, i consigli durerebbero pochi minuti.
Nei dettagli di una discussione, a proposito di piano casa, Rapani fa notare oltre alle questioni tecniche, dati politici e modus operandi: «Perché – dice il capogruppo di Fdi-An – si giunge in consiglio sempre col fiato sul collo e con pratiche presentate poco prima, così da non poter avere la possibilità di studiarle ed emendarle?»
Dalla maggioranza, Scarcello concorda con il suo dirimpettaio: «Rapani ha ragione, l’amministrazione si faccia carico di sollecitare gli uffici, i responsabili e i dirigenti. Questo modo di fare è deprecabile».
Anche l’assessore Candiano, per certi versi si accoda: «Perché arriviamo sempre in prossimità delle scadenze? Critica giusta, un po’ meno in questo caso».
A proposito dell’intervento di chiusura sull’argomento, interpretato da Nicola Candiano, è Giuseppe Caputo a tirare la scudisciata: «Con tutto il rispetto per l’assessore, ma da che mondo è mondo, le conclusioni nelle discussioni, spettano al sindaco».
Luca Latella
(fonte: Cronache delle Calabrie)