Sembrano una moltitudine, usano tutte le sigle che riescono a raccattare in giro ma alla fine sono sempre gli stessi quelli che stanno provando a far passare una speculazione per pochi come una svolta epocale per molti. Manca solo l’associazione Parrucchieri ambidestri e poi la girandola dei comunicati a sostegno della fuffa fusionista è completa. 

Ma i nomi, dietro, sono sempre gli stessi. Il consigliere regionale (che ci ha aperto Bucita), l’ex deputato (che si è fatto scippare il tribunale), l’ex consigliere regionale (che si è fatto scippare tribunale e sanità), l’avvocato, il solerte giornalista ecc. ecc.: questi i nomi dei soggetti che stanno portando avanti truppe e pedine utilizzando sigle e controsigle per cercare di mascherare il vuoto di contenuti e di gente alle loro spalle.

Per il resto, lo abbiamo già detto, la fusione serve a pochi a fini elettorali e di tornaconto personale (fondi, assunzioni, portaborse, comunicatori che aspirano in alto) per il resto solo disagi, fastidi, seccature e soldi ai soliti noti.

C’è da sperare che, vista la truffa legalizzata del referendum senza quorum, il fronte del No compatto riesca a portare la gente al voto, perché è palese che la maggioranza delle persone ha fiutato l’odore di fregatura, che si sente lontano un miglio. 

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