Non l’ho mai fatto, ma oggi mi piacerebbe esporvi una riflessione di carattere metodologico: per fare buone politiche bisognerebbe prima studiare e poi scegliere; invece qui siamo di fronte a una linea – quelle della FUSIONE– assunta a priori per ragioni di opportunità politica e/o tecnico-finanziarie. Addirittura, l’argomento viene considerato talmente “urgente” da sovrastare tutte le innumerevoli problematiche relative a verde pubblico, acqua, infrastrutture, trasporti, sanità.
l’Unica panacea possibile per eliminare l’elenco di problematiche esposte, sembra essere, anzi E’, la fusione dei Comuni di Rossano e Corigliano. Impropriamente uniti nella linea mittente e destinatario delle lettere a mezzo posta dall’aggettivo “Calabro”, Rossano e Corigliano “devono” essere uniti nel sacro vincolo della fusione. Nuovo Dirigismo e Centralismo portano all’oblio, alla dimenticanza dell’interesse dei cittadini. La fusione quando non è un autentico processo autonomo che parte dal basso, non è qualcosa di più, ma è qualcosa di meno. Essa crea generalmente un Comune più grande, più costoso, più lontano dalla gente e meno trasparente. Questo desiderio di assemblare conduce alla perdita d’importanza, rappresentanza, autonomia. I centri storici e le zone periferiche resterebbero marginalizzate, con danni specie per i servizi di prima necessità. Inutile elencarli, ci navighiamo da decenni. Il presidio e la manutenzione del territorio, molto legati alla prossimità istituzionale, peggiorerebbero inevitabilmente, aumentando i costi sociali. I processi di fusione proposti dall’alto determinano inoltre un aumento dei campanilismi e una perdita di protagonismo e di partecipazione, mentre il principio del Comune, fin dalla sua nascita, è quello che i cittadini di una comunità si autogovernano attraverso i loro rappresentanti; e nella Costituzione Italiana la democrazia comunale diventa la base della democrazia nazionale.I Comuni, e non Il Comune Unico ( fatto di due identità differenti) intesi come comunità reali degli abitanti e dei patrimoni territoriali che costituiscono i beni comuni, devono essere considerati come strutture che dialogano e non si fondano (per forza). Le convenzioni, i consorzi, gli accordi di programma, ci sono tanti strumenti per adottare forme di collaborazione e di gestione associata di funzioni senza perdere autonomia e rappresentanza. Seguiamo quelle, lasciando da parte fusioni antistoriche e antidemocratiche. ‘Autonomi e insieme’ dovrebbe essere il motto per procedere verso l’esercizio associato di molte funzioni, salvaguardando il patrimonio di cultura, di valori sociali, di democrazia e di economia contenuti nei territori di Rossano e Corigliano. L’autonomia comunale, l’identità, la cultura, la bellezza e la qualità della vita di questi due comuni, non sono solo temi da intellettuali, filosofi, o da anime belle. Esse sono le vere e durature risorse economiche, forze risolutive e fulcro di civiltà.