Democraticamente il Sindaco di Corigliano ha cercato di far capire ai suoi consiglieri che la gente è totalmente contraria a questa speculazione ribattezzata fusione, ma un manipolo di eletti coriglianesi invece di fare gli interessi della cittadinanza avrà già preso accordi con i manovratori rossanesi della fusione svendendo praticamente la dignità della propria cittadinanza a pochi interessi specifici. Mentre quella di Rossano è stata già svenduta tempo fa, sotto Antoniotti.
Non è un caso infatti che quella ventina di soggetti legati alla fusione (che ancora si spacciano per 100 associazioni) abbiano storto il naso alla convocazione del consiglio comunale di Corigliano, talmente poco abituati alla democrazia quali sono e ormai abituati a farsi dettare la linea dai consiglieri regionali aspiranti parlamentari. Dunque sembra che si andrà a questa truffa legalizzata chiamata referendum senza quorum, un gioco in cui la cittadinanza consapevole dovrà rintuzzare i fomentati del Si che andranno a votare sulla scorta di chissà quali promesse, stando a bocca aperta convinti che dal cielo della fusione pioverà cibo e soldi. La storia è piena di esempi del genere, speriamo stavolta di capovolgerla e ribaltare il triste andamento. Ancora siamo in attesa di capire se, oltre agli interessi politici e speculativi dei soliti noti, avremo mai risposte alle questioni poste diverse settimane fa con diversi articoli. E cioè quali sono i reali vantaggi, non quelli scritti col condizionale ma quelli reali e tangibili, che si potranno vedere dopo la fusione. Nessuna risposta finora, e ovviamente a parte qualche incarico o qualche finanziamento mirato o qualche parente o amico assunto in comune i fusionisti nulla altro hanno da raccontare. Intanto ci sarà di sicuro la spoliazione totale dei centri storici a discapito degli insediamenti costieri, qualcuno vocifera di una fantomatica cittadella che sarà solo altro cemento inutile, i palazzinari potranno finalmente tornare a costruire bordo fiume o spianando le colline palazzi che rimarranno vuoti come gli altri, qualche assunzione sarà garantita agli amici degli amici, si potranno fare altri debiti ( quelli del Si ancora non hanno capito da quali tasche saranno presi i soldi per compensare questi debiti) e si continueranno a perdere (o ad usare male, come da copione) finanziamenti e bandi. Perché dirigenti e funzionari quelli rimangono, mica ce li mandano nuovi con la fusione. Il “popolo del Si” addirittura sta giocando con le figurine su facebook; il popolo del No per fortuna è più ampio e speriamo dia una sonora fricata di mazze a questo tentativo di spacciare interessi privati per una svolta epocale di due città che possono benissimo farcela da sole, mandando a casa quella vecchia classe politica che sta puntando tutto su questa fusione per tornare a mettere le mani sulla cosa pubblica.