Va dato merito a Dima di essere attivissimo sulla questione fusione, e a giusto motivo. Il prossimo sindaco della città unica (se dovesse vincere il SI a questa buffonata di referendum senza quorum) sarà di certo lui. Così come Graziano verrà mandato in parlamento e tutta la pletora di ex aennini, che ha allegramente governato su queste terre per un trentennio facendo più danni della grandine, tornerà in auge risalendo prepotentemente dal pozzo in cui il consenso popolare li aveva relegati.
E questo grazie a gente che, tecnicamente, avrebbe dovuto essere pronta a spingerli sempre più in fondo al pozzo. CGIL, lo stesso movimentista Stasi, i fuoriusciti dal PD e la sinistra antagonista (quella rossanese, che quella coriglianese ha fiutato in tempo la trappola ed è fortunatamente schierata per il NO) stanno lavorando alacremente per riportare in auge la vecchia classe politica, sbracciandosi per un processo di fusione che è la più grande speculazione degli ultimi decenni. Non porterà nessuno dei vantaggi che si sforzano di descrivere i fusionisti, che addirittura sono arrivati a sfiorare il senso del ridicolo cianciando di aeroporti e strade nuove che magicamente compariranno dopo la fusione. Mentre ciò che accadrà sarà il piazzamento di Dima e Graziano ai vertici e una valanga di debito che toccherà ai cittadini saldare.