Ed il gruppo consiliare del Partito democratico deflagrò. Era nell’aria da mesi, da quando l’ormai ex capogruppo Antonio Micciullo ha “affrontato” – dichiarandogli guerra – l’assessore al Bilancio Nicola Candiano in consiglio per questioni di Bilancio.

Insieme al consigliere Daniela Topazio approdano al gruppo misto, nelle quali file milita già da tempo l’altra ex piddina (ma solo del gruppo consiliare), Titti Scorza.

Una diaspora che assottiglia un originario gruppo composto da cinque consiglieri, al solo Teodoro Calabrò.

I ben informati riferiscono che siano manovre per spingere il sindaco Mascaro ad effettuare un rimpasto in giunta, dove il Pd e ben rappresentato, nonostante sia rimasto un solo consigliere a rappresentare i dem in Assise, a discapito della lista Mascaro Sindaco, ranghi nei quali sono già confluiti da qualche mese l’ormai ex capogruppo de Il Coraggio di Cambiare, Piero Lucisano insieme ai transfughi dello stesso CCi. Un gruppo da sei componenti che può fare la “voce grossa” in Consiglio, essendo il più numeroso, ma che non è rappresentato nell’esecutivo.

Micciullo e Topazio, insieme alla Scorza già da qualche giorno stanno “appoggiando” le minoranze consiliari che, a ben vedere sono sempre meno minoranze se si considerano i numeri (Rapani, Granieri, Vulcano, Antoniotti, Barone, Stasi, Caracciolo, Grillo, Caputo, più Scorza, Micciullo e Topazio), nonostante vi sia fra questi chi fa l’occhiolino al sindaco Mascaro.

Numeri che potrebbero minare la tenuta, nemmeno troppo stagna – anzi – della maggioranza di governo, il cui suolo sotto i piedi somiglia sempre più alle sabbie mobili.

Il 22 ottobre prossimo si voterà per il referendum consultivo sulla fusione dei comuni di Corigliano e Rossano: l’esecutivo oltre Cino, accampando le scuse più banali, si è ufficialmente schierato per il “no” percorrendo un ambiguo dietrofront. Meglio concentrarsi sul maggio prossimo, quando in teoria si dovrebbe votare per le elezioni comunali coriglianesi che dedicarsi al futuro delle proprie genti?

La giunta rossanese capeggiata da Mascaro, dal canto suo, è certamente pro fusione ma non ha mai mosso un dito per formare-informare i cittadini. Che il 22 ottobre, insieme agli ormai atavici dissidi in maggioranza, possa fungere da spartiacque anche per l’esecutivo bizantino?

Luca Latella